Ci sono due epidemie che vanno di pari passo: quella dell’obesità e l’altra, ancor più dilagante, dei
social network; Facebook e Twitter in testa, seguiti da Youtube, Instagram e almeno un’altra decina, più o meno diffusi, nelle diverse parti del mondo.
Da tempo ci si chiede se non sia giunto finalmente il momento di sfruttare la rete, da parte dei medici, per costruire programmi di salute mirati, anziché limitarsi a subire la concorrenza sleale del ‘Dr. Google’.
Ci si sta provando, a piccoli passi, ma la direzione sembra segnata. Come dimostra anche una ricerca inclusa nei 10
report di politica sanitaria globale scritti per il
World Innovation Summit for Health(WISH), iniziativa della
Qatar Foundation.
WISH è una
community di
healthcare globale impegnata monitorare, per poi disseminare, le migliori idee e pratiche basate sull’evidenza, con l’obiettivo finale di contribuire a realizzare un mondo più in salute, attraverso una collaborazione globale. “Attraverso WISH, la
Qatar Foundation supporta la nazione nel realizzare delle iniziative sanitarie a beneficio del mondo intero, rimanendo strettamente allineato alla
vision di Sua Altezza
Sheikha Moza bint Nasser, la sua Presidente”, si legge in una nota del sito.
Lo studio su obesità e
social network, realizzato dai ricercatori dell’
Imperial College di Londra, ha analizzato i risultati di 12 ricerche sull’argomento e i risultati suggeriscono che le persone obese possono trarre beneficio da programmi per la perdita di peso costruiti sui
social network.
Le ricerche analizzate provengono da tutto il mondo (Stati Uniti, Europa, Asia e Australia) ed hanno coinvolto in tutto 1.884 partecipanti. I risultati complessivi indicano una perdita di peso pari allo 0,64 dell’indice di massa corporea, ‘modesta ma significativa’, secondo i ricercatori inglesi.
Le ricerche prese in esame sono le prime mai realizzate nel campo ‘obesità e
social network’; studi pionieristici dunque, di un settore che solo adesso si comincia ad esplorare.
I ‘dottor’ Facebook o Twitter non sono però per chiunque. I pazienti devono essere se non esperti, almeno non a digiuno dei tranelli della rete. Pena problemi di
privacy e altre brutte sorprese.
“Un vantaggio dell’uso dei
social network rispetto ad altri metodi – commenta il principale autore dello studio, pubblicato oggi su
Health Affairs,
Hutan Ashrafian del Dipartimento di Chirurgia e Oncologia, presso l’
Imperial College di Londra – è quello di avere un rapporto di costo-efficacia più favorevole e di essere molto pratico per un uso ‘giorno per giorno’, rispetto ai metodi tradizionali. Sentirsi parte di una comunità consente ai pazienti di avvalersi del supporto dei loro pari, oltre che dei medici. Possono ricevere consigli dal medico, senza doversi sobbarcare i costi degli spostamenti; i medici dal canto loro possono dare consigli a diversi pazienti simultaneamente. L’uso dei
social media nel trattamento dell’obesità incoraggia i pazienti ad essere più pro-attivi e fornisce loro l’
empowerment per contribuire al loro trattamento. Può non essere la soluzione all’epidemia di obesità - conclude
Ashrafian- ma di certo dovrebbe essere introdotta come un elemento nella strategia anti-obesità di tutte le nazioni ”.
Maria Rita Montebelli