Per curare le persone che hanno contratto l’ebola potranno essere utilizzati il siero e il sangue dei sopravvissuti alla malattia. A deciderlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, al termine di una riunione di due giorni, cui hanno preso parte oltre 150 esperti riuniti a Ginevra. La discussione ha riguardato potenziali terapie e vaccini per combattere l’ebola.
Attualmente, non ci sono trattamenti approvati per l’uso umano per prevenire o trattare l’ebola; ci sono alcuni vaccini e terapie candidati all’uso che hanno mostrato risultati promettenti su modelli animali, in particolare su scimmie. In alcuni casi sono stati utilizzati in pazienti affetti da ebola, ma ancora i casi sono troppo pochi per poter consentire una valutazione.
Intanto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità rende noto che la situazione in Liberia è in peggioramento, con un “aumento esponenziale” di nuovi casi (la situazione all’8 settembre è di oltre due mila casi e più di mille morti solo in Liberia), si legge nella comunicazione dell’Oms; in questo paese in media c’è un solo dottore per circa 100mila persone.
Data l’urgenza della problematica, si è raggiunto il consenso sul fatto che l'uso di terapie basate sul sangue integro e sul siero di sangue di pazienti in convalescenza è una priorità.
Inoltre, negli USA sono stati avviati studisulla sicurezza dei 2 vaccini più avanzati individuati - basati sul virus della stomatite vescicolare (VSV-EBO) e sull’adenovirus degli scimpanzé (CIAD-EBO); studi che inizieranno anche in Africa e in Europa a metà settembre. L’OMS fornirà il proprio supporto a tutte le parti coinvolte per accelerare il processo di sviluppo e dell’utilizzo sicuro nei paesi colpiti. Se si dimostrerà sicuro, un vaccino potrebbe essere disponibile nel mese di novembre 2014 con accesso prioritario all'utilizzo agli operatori della sanità.
Oltre alle terapie basate sul sangue e ai vaccini candidati, i partecipanti hanno considerato la possibilità di utilizzare farmaci esistenti approvati per altre malattie e hanno discusso della disponibilità e delle evidenze scientifiche esistenti a sostegno dell'uso di nuovi farmaci terapeutici, tra cui gli anticorpi monoclonali, farmaci a base di RNA, e piccole molecole antivirali.
Gli esperti sottolineano che queste ricerche non devono far calare l’attenzione verso un’assistenza efficace, la sorveglianza clinica e la mobilitazione sociale, fornendo una guida dei requisiti essenziali per effettuare questo tipo di investigazioni.
Viola Rita