La Sifap, Società italiana farmacisti preparatori, ha recentemente inviato una lettera alla Direzione Generale dei dispositivi medici, del servizio farmaceutico e della sicurezza delle cure del Ministero della salute e, in copia conoscenza, alle principali categorie interessate per spiegare la sua posizione in merito all’allestimento di medicinali sterili nelle farmacie.
L’associazione ha sottolineato che le farmacie possono allestire “formule magistrali” in base ad una prescrizione medica destinata ad un determinato paziente e che tale compito è regolamentato dalle Norme di Buona Preparazione dei medicinali (Nbp), le quali riportano che le preparazioni, magistrali o officinali, siano eseguite in una farmacia, sia aperta al pubblico che ospedaliera, e assimilano ai preparati magistrali tutte le miscelazioni, diluizioni, ripartizioni ecc. eseguite per il singolo paziente su indicazione medica.
Si può chiaramente rilevare che dalle disposizioni tecniche non emerge distinzione alcuna tra i due Istituti, farmacia ospedaliera e territoriale, e che le stesse Nbp prevedono che l’assicurazione della sterilità è garantita solamente dalla stretta osservanza delle norme di buona preparazione, da ambienti dedicati, da appropriate attrezzature, da personale qualificato, dalle procedure di pulizia e di disinfezione, dal ciclo di sterilizzazione utilizzato, dalle tecniche asettiche impiegate, dai monitoraggi microbiologici ambientali.
Esprimendo perplessità in merito al parere - espresso nella seduta del Consiglio Superiore di Sanità del 15 aprile 2014 - relativo alla ripartizione di un medicinale sterile in confezionamento monodose, nel quale il Css stesso ha indicato esclusivamente le farmacie ospedaliere come soggetto in possesso dei requisiti necessari a garantire sterilità, confezionamento in monodose, distribuzione, ecc, la Sifap ritiene che la farmacia, sia territoriale che ospedaliera, in possesso dei requisiti strutturali e organizzativi previsti, sia perfettamente abile a svolgere il compito oggetto della presente e auspichiamo che non vengano a determinarsi disparità tra i due soggetti.