La Società Italiana di Pediatria Ospedaliera (Sipo) “è pronta a fare la sua parte” per sostenere la nuova campagna di comunicazione AIFA sull’“Uso consapevole dei farmaci in gravidanza e nei bambini” da cui risulta che il 70% dei farmaci sono somministrati al di fuori delle indicazioni registrate (off label) e quindi ne richiede “da parte di tutti, sanitari e non, un utilizzo consapevole al fine di tutelare lo stato di salute del minore”. Ad affermarlo, in una nota, è il presidente della Sipo
, Francesco Paravati, che spiega: “Condividiamo pienamente questa iniziativa, che sottolinea i potenziali rischi per la salute pubblica, più volte evidenziati dalle diverse società scientifiche afferenti all’area pediatrica senza peraltro che si desse luogo, fino ad oggi, ad iniziative di rilievo”.
Essendo l’uso inadeguato dei farmaci nei bambini potenzialmente rischioso, per la Sipo è quindi evidente che “i medicinali devono essere sempre somministrati sotto controllo medico”. “Al tal riguardo - spiega Paravati - occorre ricordare che il medico, e in particolare lo specialista pediatra, ha da sempre saputo gestire in maniera adeguata, con esperienza e professionalità, l’impiego di questi farmaci. Ciò ha contribuito a migliorare la qualità di vita dei bambini con malattie croniche, gli indici di mortalità della popolazione e la cura delle diverse malattie pediatriche. Non a caso - ricorda Paravati -, la mortalità infantile da 1 a 5 anni è oggi in Italia tra le più basse del mondo, inferiore a USA, Germania, Inghilterra, Francia, e scesa dal 300/1000 del 1900 al 3,5/1000 bambini del 2011 (175000 bambini deceduti nel 1900 verso 310 bambini nel 2011)”.
Allo stesso tempo, però, secondo la Sipo, “devono essere evidenti a tutti i grandi successi nella terapia delle malattie infettive (90% di mortalità in meno negli ultimi 50 anni), oncologiche (nel 70% dei casi attualmente si può guarire dai tumori infantili e nell’80-90% nel caso di leucemie e linfomi), immunologiche e delle cure intensive e semi intensive, soprattutto in ambito ospedaliero”.