Dalla creazione di una rete congiunta pediatri-medici di famiglia rispetto al tema dei vaccini, al ruolo del pediatra di famiglia nel riconoscere già nel primo anno di vita del bambino segnali di allarme di problemi neurocognitivi, incluso l’autismo, fino all’importanza a livello sociale della figura del pediatra di famiglia, anche e soprattutto per i bambini Stranieri immigrati o temporaneamente presenti (STP). Queste ed altre tematiche, oggi, vengono illustrate al nostro giornale dal Dottor
Antonio Palma, Segretario Regionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) del Lazio, all’indomani del Primo Congresso Scientifico Regionale promosso dalla FIMP, dal titolo ‘Pensami adulto’, che ha coinvolto oltre 250 pediatri della Regione, a Roma dal 4 al 6 aprile.
“Abbiamo presentato il progetto Rete-Vaccini FIMMG/FIMP Lazio, una rete congiunta di pediatri e medici di famiglia, al fine di promuovere la cultura della vaccinazione attraverso l’educazione sanitaria nei confronti degli assistiti, stimolando confronti e dibattiti, particolarmente mirati a destituire notizie allarmistiche e a fornire evidenze scientifiche sulla sicurezza e utilità dei vaccini nelle malattie prevenibili, sia per il bambino che per l’adulto e l’anziano”, ha esordito
Palma. “La Rete lavorerà in stretta connessione anche con la Società Italiana Igienisti (SITI) e con la Società Italiana di Pediatria (SIP), rafforzando la visione della vaccinazione come strumento prioritario a tutte le età per evitare le malattie prevenibili. In particolare, la recrudescenza di alcune di queste malattie impone di non abbassare la guardia e di promuovere la cultura della vaccinazione. Tale strumento, inoltre, protegge non solo chi si vaccina ma anche gli altri che lo circondano”.
Oltre al tema della vaccinazione, durante il Congresso FIMP-Lazio ‘Pensami adulto’, pediatri provenienti da tutta la Regione hanno discusso anche dell’importanza del
ruolo sociale del pediatra di famiglia, “ilprimo punto di riferimento delle famiglie e un fiore all’occhiello del SSN”, ha spiegato Palma.“Le emergenti criticità socio-sanitarie della popolazione infantile,soprattutto in territori complessi come il nostro (le cui specificità non possono essere ignorate) e tenendo conto del cambiamento dei bisogni della popolazione pediatrica legato ai mutamenti sociali e demografici, rendono assolutamente necessario che la politica si faccia carico di queste nuove necessità nella cornice dell’imminente riorganizzazione dell’assistenza territoriale”, ha spiegato
Palma, che sottolinea che il pediatra deve essere un punto di riferimento anche per i
bambini immigrati ed extracomunitari STP (Stranieri temporaneamente presenti). “Il problema in questo caso non è affatto da sottovalutare. Possiamo tracciare un andamento della presenza sul territorio di bambini figli di extracomunitari, cui parte del Servizio Sanitario Nazionale come la pediatria di famiglia talora viene negata. Al contrario, la presenza assistenziale del pediatra di famiglia è importante non solo per la salute dei bambini, ma anche in considerazione dell’impatto economico della mancanza della figura del pediatra di famiglia per tali pazienti”.
Non manca, poi, un focus sull’importanza del ruolo del pediatra di famiglia rispetto alle disabilità neurocognitive: “accanto agli operatori scolastici, è il pediatra di famiglia che può
riconoscere i primi segnali di allarme rispetto a problemi neurocognitivi già nel primo anno di vita del bambino, a partire da problematiche del linguaggio a disturbi generalizzati dello sviluppo, fino a segnali precoci dei Disturbi dello Spettro Autistico: questi disturbi rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria e sociale, per la quale occorre un intervento immediato, al fine di evitare che da una condizione funzionale si arrivi allo sviluppo di gravi disabilità, con necessità di risorse e costi sociali aumentati”.
Altro focus per la salute dei bambini, inoltre, riguarda l’attenzione agli stili di vita alimentari, dato che “in Italia
un bambino su tre è in sovrappeso o obeso. In tal senso, l’attività fisica e una corretta alimentazione sono la chiave della prevenzione dei problemi correlati (quali diabete e ipertensione)”, prosegue il Segretario FIMP Lazio, “Oltre alla tavola, anche l’ambiente può avere un ruolo sulla salute: in tal senso è importante la valutazione dell’impatto dell’inquinamento nei più piccoli, rispetto ad esempio al tema di asma e rinite allergica, classificate dall'OMS tra le patologie croniche più frequenti nell'infanzia”.
Insomma, diversi temi sono stati trattati durante il primo Congresso Scientifico Regionale ‘Pensami adulto’, che, già dal titolo, richiama l’
attenzione sul futuro del bambino: “Se vogliamo pensare al bambino come adulto di domani”, conclude
Palma, “occorre che tutti - pediatri, istituzioni, insegnanti, famiglie - facciano la loro parte”.
Viola Rita