Il rischio di ictus aumenta notevolmente già dalla prima comparsa della classica eruzione vescicolare dell’herpes zoster, per poi andare a scemare nei sei mesi successivi; l’impiego tempestivo di farmaci anti-virali è in grado tuttavia di abbattere notevolmente il rischio di questa complicanza. Sono i risultati di un importante studio appena pubblicatosu
Clinical Infectious Diseases, l’organo ufficiale di
Infectious Diseases Society of America.I pazienti più a rischio sono quelli che presentano lo zoster a carico della branca oftalmica del trigemino. L’herpes zoster è una patologia causata dallo stesso virus della varicella e rappresenta un importante problema di salute pubblica. Il virus, dopo l’episodio di varicella che colpisce in genere in età infantile, rimane latente nei gangli nervosi sensitivi e può riattivarsi molti anni più tardi dando luogo allo zoster.
Sinead Langan e colleghi della
London School of Hygiene & Tropical Medicine, hanno individuato in un ampio
database di 600 medici di famiglia inglesi, i casi di ictus verificatisi nell’arco di 6 mesi da un episodio di zoster e i casi di zoster sottoposti a trattamento con antivirali. Tra i 6.584 pazienti analizzati nello studio, il tasso di
stroke è risultato più alto del 63% nelle prime quattro settimane successive ad un episodio di zoster, rispetto al rischio di ictus nella popolazione generale; l’incidenza di ictus mostrava quindi un
trend in riduzione per i 6 mesi successivi all’episodio infettivo. I pazienti più a rischio sono risultati quelli con lo zoster a carico della branca oftalmica del trigemino; in questi il rischio di ictus rispetto alla popolazione generale era superiore di tre volte. Il 55% dei soggetti inclusi nello studio, sono stati trattati con anti-virali. In questi il rischio di ictus è risultato nettamente ridotto. “Motivo in più – ha commentato Langan – per implementare l’uso di queste terapie che in Gran Bretagna è decisamente basso”.
I risultati di questo studio inoltre sottolineano ulteriormente l’importanza della vaccinazione anti-zoster, utile non solo per prevenire una patologia estremamente dolorosa e inabilitante, ma come visto anche un importante fattore di rischio per ictus. Il vaccino anti-zoster è raccomandato negli USA agli
over 60 e in Gran Bretagna alle persone dai 70 anni in su. Al momento in Europa si registrano 1,7 milioni di casi di varicella zoster ogni anno; di questi, il 25% (425.000 persone) sviluppano la neuropatia post-erpetica
(NPH), 1 paziente su 4 ha complicanze cutanee (infezioni, cicatrici) o presenta debolezza muscolare. Il 50-70% dei soggetti con interessamento della branca oftalmica del trigemino (zoster oftalmico) presenta complicanze oculari di grado variabile, fino alla perdita della vista.
In un editoriale di accompagnamento allo studio,
Maria A. Nagel fa notare come questo studio confermi l’aumento di rischio di
stroke dopo un episodio di zoster, già messo in luce da studi precedenti condotti sempre in Gran Bretagna oltre che a Taiwan e in Danimarca. Il lavoro di Langan tuttavia è il primo a dimostrare una riduzione del rischio attraverso l’impiego della terapia anti-virale. Questo studio è stato finanziato dal
National Institute for Health Research (NIHR) inglese e dalla
Stroke Association.
In Italia l’incidenza stimata dello zoster è del 6,3 per mille l’anno; un paziente su 5 l di sopra dei 50 anni, sviluppa l’invalidante e dolorosissima NPH.
Il vaccino riduce il rischio di ammalarsi di zoster del 64% e quello di NPH del 70 negli
over70. Disponibile negli USA da molti anni è stato di recente approvato dall’EMA.
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Clin Infect Dis. (2014) doi: 10.1093/cid/ciu099 Pubblicato online: April 2, 2014
Maria Rita Montebelli