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QS Edizioni - giovedì 18 luglio 2024

Scienza e Farmaci

Eurobrevetto: Assobiotec contrari alla cooperazione rafforzata ma favorevole al compromesso

immagine 29 novembre - L’Associazione italiana per lo Sviluppo delle Biotecnologie si oppone al meccanismo di “cooperazione rafforzata” proposta da alcuni Paesi europei in materia di lingua per i brevetti, perché “discriminerebbe le tante imprese di ricerca italiane” ma, in mancanza di un accordo su una lingua unica, sarebbe favorevole ad un accordo necessario per non lasciare il nostro Paese emarginato e svantaggiato.
“Ci appelliamo al Governo italiano perché compia uno sforzo per recuperare la situazione che si è venuta a creare in queste ore, opponendosi alla possibilità che l’Europa avvii il meccanismo della ‘cooperazione rafforzata’, che danneggerebbe le tante PMI di ricerca italiane attive nelle biotecnologie, che rappresentano la spina dorsale del settore. Non possiamo permettercelo, soprattutto in questa fase storica segnata dalla crisi economica mondiale”. Così Alessandro Sidoli, Presidente di Assobiotec – l’Associazione nazionale per lo Sviluppo delle Biotecnologie, che fa parte di Federchimica, a proposito del dibattito, in corso a Bruxelles, sul brevetto europeo.

“La tutela della proprietà intellettuale è uno strumento fondamentale per valorizzare la ricerca e gli ingenti investimenti necessari per sviluppare un prodotto o una tecnologia. Cosa tanto più vera per le piccole imprese, le università e gli enti no profit”, prosegue il Presidente di Assobiotec. “Questo è il motivo per cui è di grande importanza che l’Italia respinga con fermezza il tentativo di imporre un meccanismo come quello della ‘cooperazione rafforzata’, che costituirebbe una discriminazione per il sistema delle imprese italiane. E’ comprensibile che ogni paese voglia difendere la propria lingua, ma è innegabile che oggi l’inglese è la lingua del mondo della scienza. Adottarlo per il deposito del brevetto significa perciò consentire un grande risparmio di costi, essenziale soprattutto per le piccole realtà industriali o accademiche”, osserva Sidoli che però sottolinea: “Se a questo obiettivo non fosse possibile arrivare subito, sarebbe preferibile senz'altro raggiungerlo con una tappa intermedia, quindi con l'adozione delle tre lingue. La posizione presa dal Governo italiano purtroppo ci porterebbe a subire la cooperazione rafforzata e questo sarebbe un gravissimo danno per la nostra ricerca".
29 novembre 2010
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