Chiusura in stabilità per il mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione. Secondo i dati diffusi oggi da Assosalute, il ritorno ad un andamento “tradizionale” è stato influenzato dagli effetti positivi sulle vendite dovuti ai malanni di stagione e dalla crescente concorrenza dai prodotti cosiddetti a connotazione farmaceutica (integratori, prodotti erboristici e omeopatici). In tutto, sono state vendute 314 milioni di confezioni di farmaci da banco per un giro di affari di quasi 2,4 miliardi di euro con da una parte, la crescita dei fatturati (+1,7%) e dall’altra la diminuzione delle confezioni vendute (-1,1%), ormai in atto dal 2008.
Nel dettaglio, dall’analisi delle due categorie che costituiscono l’insieme dei farmaci senza obbligo di ricetta, si osserva una tenuta dei volumi (-0,2%) e un fatturato pari a 1,7 miliardi di euro per i farmaci di automedicazione o OTC (quelli cioè per i quali è consentita la comunicazione al grande pubblico) e una flessione del 3,5% delle confezioni vendute per i SOP (per i quali invece la comunicazione è vietata) che registrano un giro d’affari stabile a 711 milioni di euro.
“I dati di chiusura del 2013 tornano ad evidenziare un andamento del comparto dell’automedicazione legato, sul breve periodo, all’incidenza dei cosiddetti malanni di stagione”, ha commentato il presidente di Assosalute
Stefano Brovelli. Secondo il quale, “affinché il comparto possa rispondere alla crescente domanda di salute dei cittadini, sostenendone la salute attraverso la sicurezza e l’efficacia dei farmaci da banco, è necessario che l’Associazione si faccia portavoce di un azione di informazione e sensibilizzazione verso una cultura dell’automedicazione responsabile, che renda il cittadino capace di prendersi cura del proprio benessere, distinguendo un lieve disturbo da una malattia”.
Riguardo alle classi terapeutiche, primo posto per i farmaci per le affezioni respiratorie (tosse, raffreddore) – oltre 105 milioni di confezioni vendute -; seguono al secondo posto i farmaci per l’apparato digerente (oltre 65 milioni di confezioni) e al terzo gli analgesici (quasi 58,6 milioni di confezioni). Quarto posto, “anche grazie al delisting attuato nel 2012”, per i dermatologici (circa 27 milioni di confezioni), seguiti dai farmaci per l’apparato circolatorio (oltre 13,5 milioni di confezioni) e gli oftalmici (oltre 11 milioni). Continuano invece a perdere terreno i farmaci a base di vitamine/minerali, anche a causa del passaggio di molti di questi medicinali alla categoria di prodotti notificati.
Tra i canali, è la farmacia a detenere la quota maggiore di vendite di farmaci senza ricetta (oltre il 90%), ma le parafarmacie fanno osservare una crescita sostenuta (+9% a volumi, +13,4% a valori), “non solo grazie alle riclassificazioni operate nel 2012, ma anche in virtù di nuove aperture”, spiega Assosalute. Che sottolinea come invece “icorner della GDO registrano una contrazione delle vendite di farmaci da banco con un andamento contrapposto tra SOP (in aumento) e OTC (in diminuzione)”.