Soddisfazione da parte di Fofi e Federfarma per lo spostamento, da parte dell’Aifa, dalla fascia H (uso ospedaliero) alla fascia A (distribuzione sul territorio) un farmaco contenente il principio attivo omalizumab, per il trattamento dell’asma allergico grave. “Mi auguro che questo sia un primo passo nella concretizzazione di quanto previsto dal mio emendamento alla Legge di stabilità, cioè la revisione periodica del PHT per trasferire alla distribuzione normale i farmaci innovativi compatibili con l’impiego sul territorio”, ha commentato il senatore e presidente della Fofi,
Andrea Mandelli. Sulla stessa lunghezza d’onda
Annarosa Racca, presidente di Federfarma, secondo la quale del provvedimento “beneficeranno tutti i pazienti, che finalmente avranno la possibilità di procurarsi il medicinale nella farmacia sotto casa anziché in un ospedale lontano spesso parecchi chilometri”.
“Dal nostro punto di vista – ha spiegato Mandelli -, la decisione dell’AIFA è importante perché infrange quello che potremmo definire un pregiudizio, vale a dire il fatto che i farmaci biotecnologici possano essere dispensati solamente in ospedale, solo per il fatto di essere tali. Bene dunque ha fatto l’Agenzia del farmaco a rivedere la classificazione dell’omalizumab, anche considerando il fatto che l’asma, cui il farmaco si rivolge è una patologia trattata sul territorio e che, come sta dimostrando il nostro studio sull’aderenza alla terapia, i pazienti asmatici traggono dei vantaggi dall’intervento del farmacista”.
Nel dettaglio, il provvedimento autorizza la dispensazione del medicinale previa diagnosi e piano terapeutico, su prescrizione non solo dei centri ospedalieri – come era in precedenza – ma anche dello specialista (pneumologo, allergologo, immunologo). Per le successive prescrizioni, invece, il paziente potrà rivolgersi direttamente al proprio medico di famiglia o al pediatra di libera scelta. Scattata la riclassificazione, tocca ora alle Regioni decidere se riservare l’omalizumab alla distribuzione diretta delle Asl oppure consentirne la dispensazione attraverso le farmacie.
“I pazienti in cura con questo farmaco – ha affermato la presidente di Federfarma, Annarosa Racca - soffrono di una patologia che rende consigliabile garantire loro un accesso al prodotto veloce e agevolato. E’ una condizione che possono assicurare soltanto le farmacie del territorio, che formano una rete capillare di circa 18mila presidi in tutto il paese. Lancio un appello agli assessorati alla Sanità delle Regioni perché non vanifichino i benefici che la riclassificazione promette a questi pazienti e rendano presto il farmaco disponibile in farmacia”.