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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Tumore all’ovaio. Una molecola di RNA complice della proliferazione della malattia e della resistenza a farmaci

di Viola Rita
immagine 8 gennaio - La molecola mir-181a al centro di uno studio dell’IRCCS- Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, favorisce la formazione di metastasi e rende le cellule insensibili alle terapie farmacologiche. Il prossimo obiettivo sarà trovare metodi per bloccarne l’espressione
Il suo nome è mir-181a: si tratta di una piccola  di Rna, responsabile della proliferazione delle metastasi del tumore dell’ovaio e nella resistenza ai farmaci antitumorali. A dimostrarlo, una ricerca coordinata dall’IRCCS-Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’, pubblicata sulla rivista americana Nature Communications.
La molecola sembra essere estremamente importante nel guidare i meccanismi di resistenza alla terapia ed inoltre in due serie di pazienti, un gruppo italiano dell’Ospedale San Gerardo di Monza ed uno americano del Mount Sinai di New York, correlava inversamente con la loro sopravvivenza.
 
“Le pazienti che ne esprimevano di più”, spiega Sergio Marchini, Responsabile dell’Unità di Genomica Traslazionale dell’Istituto Mario Negri, “recidivavano più precocemente e la loro malattia era resistente alle terapie e progrediva più rapidamente. Si è osservato in topi trapiantati con tumori umani dell’ovaio che aumentando l’espressione di mir-181a le cellule di carcinoma dell'ovaio diventano molto più mobili, formano un numero di metastasi maggiore e diventano insensibili alle terapie farmacologiche. Bloccando questa molecola si invertono molte delle caratteristiche di malignità e di resistenza delle cellule tumorali”.
“Il tumore dell'ovaio”, sottolinea Maurizio D'Incalci, Capo del Dipartimento di Oncologia dell'Istituto Mario Negri “non è una singola malattia, ma molte diverse malattie che differiscono per estensione, caratteristiche patologiche, sensibilità alle terapie a sopravvivenza. I risultati della ricerca aprono nuove prospettive per caratterizzare in modo più preciso le pazienti con carcinoma dell'ovaio e per identificare nuove terapie”.
La molecola è stata identificata dall’Unità di Genomica Traslazionale, diretta da Sergio Marchini, nel Dipartimento di Oncologia diretto da Maurizio D’Incalci presso l’Istituto Mario Negri di Milano, attraverso un finanziamento AIRC. La dimostrazione è stata effettuata attraverso una fruttuosa collaborazione con un gruppo di ricercatori americani, guidato da  Analisa Di Feo  del “Case Comprehensive Cancer Center” di Cleveland, e con il gruppo di bioinformatica dell’Università di Padova diretto da Chiara Romualdi, i ricercatori del Mario Negri.  
 
Da molti anni, l’istituto sta cercando di comprendere le cause del variabile andamento della malattie e della diversa sensibilità alle terapie delle pazienti affette da carcinoma dell'ovaio, avvalendosi di piattaforme tecnologiche che permettono la valutazione simultanea di diverse migliaia di geni.
 
Viola Rita
8 gennaio 2014
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