Non c'è alcuna prova documentata di miglioramenti reali nei pazienti sottoposti al trattamento Stamina. E' quanto appare dalle 36 schede di sintesi delle cartelle cliniche elaborate dagli Spedali Riuniti di Brescia e consegnate agli esperti del primo Comitato istituito dal Ministero della Salute. Dati che riguardano 21 bambini e 15 adulti con 13 malattie molto differenti fra di loro. Gli esperti della Commissione hanno ricevuto da Brescia quindi solo una estrema sintesi delle già lacunose cartelle cliniche a disposizione.
Nel materiale, tutto segretato e di cui l'ANSA è venuta in possesso, vengono riportati solo alcuni casi di miglioramento auto-valutato dal paziente o dalla famiglia, ma non certificato dalle analisi. Più precisamente si tratta di tre adulti e un caso pediatrico, per i quali, nelle stesse schede, si precisa che mancano le prove e che la situazione, secondo la valutazione dei medici, e' invece stabile. E mentre si attende che il ministro della Salute nomini il nuovo gruppo di esperti per dare il parere sul trattamento, emergono nuovi elementi che contribuiscono a rendere il quadro della vicenda più chiaro, ma anche più inquietante. Nella maggior parte delle schede infatti non vengono riportati effetti collaterali alle infusioni alle quali sono stati sottoposti i malati, ma negli aggiornamenti più recenti, fermi al 25 novembre, non si registrano miglioramenti.
In sostanza le 'anomale' cartelle cliniche del caso Stamina, non provano nulla di quello che
Davide Vannoni, ma anche le famiglie dei malati sostengono. Speranze ancora spezzate dai pochi dati scientifici a disposizione del mondo medico e del comitato di esperti nominato dal ministro della Salute
Beatrice Lorenzin. Domani la parola passerà alle famiglie che a Roma hanno annunciato di portare le prove che il trattamento, invece, funziona. Mentre anche oggi Vannoni torna spiegare che quelle di Brescia sono cartelle cliniche che provano solo l'assenza di effetti collaterali essendo terapie compassionevoli. Si tratta di malattie, quelle trattate nell'ospedale lombardo, tutte diverse, con cause profondamente differenti: alcune sono infatti malattie genetiche, altre acquisite come la encefalopattia neonatale (che a differenza delle altre è stabile).
E anche fra le malattie progressive dei malati che si sono rivolti a Stamina il percorso è differente, con gradi e velocità di aggravamento specifici per ogni tipo, ma per i quali erano previste sempre le stesse infusioni, dopo le quali non e' mai stato pero' registrato un miglioramento. Fra le malattie trattate nei pazienti pediatrici compaiono due casi di Morbo di Krabbe, sette di Sma, ben 6 casi di Morbo di Nieman Pic, Morbo di Tay-Sachs, e due casi di Leucodistrofia Metacromatica. Per altri bambini sono state chieste cure perché affetti dal Morbo di Sandhoff, e in due casi da Encefalopatia Neonatale. Fra gli adulti compare la Sindrome di Kennedy, cinque casi di Sla, cinque di Morbo di Parkinson, parchinsonismo atipico, Slerosi Multipla, un caso di Sma tipo 3 e atrofia multisistemica. Ed è quest'ultimo il caso del paziente deceduto dopo due settimane dalla sola infusione fatta nel febbraio 2012.
A questo riguardo nella cartella si riporta che ''non si hanno notizie di eventi avversi dopo l'infusione''. Il ministro della Salute sta intanto limando il decreto per la nomina dei nuovi esperti dell'atteso comitato: sarebbero stati infatti già individuati da tempo tutti i nomi degli scienziati italiani e stranieri. La firma al decreto riaprirà il tavolo di lavoro per l'ultima valutazione tecnico-scientifica mentre il Procuratore di Torino Raffaele Guariniello sta per chiudere la sua indagine che potrebbe spalancare nuovi capitoli.
Maria Emilia Bonaccorso, Ansa