Le allergie? Non scompaiono neanche a Natale. Non solo perché esistono alcune specie allergeniche, come le cupressaceae, che cominciano a fiorire in questo periodo, ma anche perché il pericolo può arrivare addirittura dall'albero di Natale. Inoltre, “con il cambio climatico verificatosi negli ultimi 30anni, le stagioni sono sballate, provocando un anticipo delle fioriture”, spiega
Renato Ariano, allergologo di Genova e membro AAITO, Associazione Allergologi Immunologi Territoriali e Ospedalieri. Ma non solo, anche alcune piante possano essere un potenziale pericolo per gli allergici. La sensibilizzazione ai pollini o alle muffe, le resine odorose dell'albero, le candele profumate degli addobbi.
Già in passato l'albero di Natale era stato segnalato come causa di allergie. Ci riferiamo ad un lavoro di autori americani del 1970 (Derek M. Wise e coll, “Christmas tree allergy: mould and pollen studies”). In questo studio, svolto su 1.657 pazienti allergici, si riscontrarono allergie cutanee e/o respiratorie nel 7% dei soggetti. Le indagini eseguite identificavano sensibilizzazioni nei confronti di spore fungine, pollini di piante erbacee e di alberi. Gli autori ritenevano che una causa scatenante potesse essere costituita anche dalle oleoresine presenti sul tronco dell'albero.
L
'Albero di Natale è tradizionalmente l'Abete (Abies alba) della famiglia delle Pinaceae. I pollini delle pinacee sono stati a lungo considerati anallergici. Principali ragioni addotte per spiegare questa bassa allergenicità sono rappresentate dalle grandi dimensioni del granulo pollinico (che ne impedirebbero l'ingresso nelle vie aeree inferiori) e i suoi bassi livelli di proteine.
“Malgrado il periodo di fioritura dell'Abete va da maggio a giugno – spiega Ariano - alcuni pollini possono residuare impigliati o appiccicati nella resina tra le foglie e sul tronco della pianta. Siccome sappiamo che l'allergenicità dei pollini può perdurare a lungo, la liberazione di questi pollini nell'ambiente domestico, a distanza ravvicinata, può provocare sintomatologia nei soggetti allergici che si avvicinino all'albero di Natale. Per questi motivi si ritiene che anche l'Albero di Natale possa costituire un pericolo potenziale per i soggetti allergici o per motivi specifici (la sensibilizzazione a pollini o a muffe) o per motivi aspecifici (le resine odorose dell'albero, le candele profumate degli addobbi). Per aggiunta gli addobbi natalizi, se sono stati tenuti per un anno in una scatola, possono essere ricoperti di polveri e di muffe.
Un problema analogo è quello degli
addobbi, come candele profumate e oggetti lucidi, a maggior ragione se provengono da paesi non italiani, non controllati dalla normativa europea. “Invito sempre a diffidare dai prodotti a basso costo che provengono da paesi lontani, che potrebbero provocare reazioni non solo allergiche ma addirittura tossiche”, specifica il Dott. Renato Ariano, membro AAITO. Si consiglia, a scopo preventivo, di non tenere in casa gli alberi veri per più di due settimane e di pulire accuratamente il tronco con una soluzione di acqua e candeggina (1 parte di candeggina e 20 parti di acqua).
Le allergie invernali non sono molto conosciute in quanto siamo soliti pensare che queste si verifichino esclusivamente durante la stagione primaverile. Eppure esistono delle piante che fioriscono d’inverno, come il cipresso, molto diffuso nella nostra penisola. “Questo ha una fioritura che parte da novembre fino ad aprile – precisa il Dott. Ariano - con picchi durante i mesi di febbraio e marzo. Le persone affette da allergie al cipresso hanno una oculorinite molto fastidiosa e persistente. Ma un’altra famiglia di piante potenzialmente pericolosa è quella delle Betulacee, anche queste molto diffuse, che possono provocare riniti, congiuntiviti e, in alcuni casi anche l’asma. Questo perché con il cambio climatico verificatosi negli ultimi trent’anni, le stagioni sono sballate, provocando un anticipo delle fioriture. In Liguria, ad esempio, si è dimostrato un anticipo di addirittura 80 giorni per le piante di parietaria, ma non solo. Questa esposizione anticipata e prolungata a tutti i pollini ha provocato, di conseguenza, il forte aumento delle allergie da polline che si sta registrando”.