L’integrazione dei servizi, dei medici, degli infermieri e di tutti gli operatori coinvolti a vario titolo per favorire lo sviluppo delle reti di cure palliative, in modo da raggiungere i bisogni del più alto numero di persone possibile. E’ questa la tematica intorno cui ruoterà il XX Congresso nazionale della Società italiana di cure palliative, che si svolgerà dal 27 al 30 ottobre presso il Palazzo dei Congressi di Bologna, con il patrocinio del Senato, della Camera, del ministero della Salute e della Regione Emilia-Romagna.
I lavori saranno introdotti da tre convegni precongressuali:
-“Il senso e l’utilità del lavoro di equipe e di rete. L’integrazione tra i professionisti nelle organizzazioni e nel territorio” giovedì 24 ottobre a Reggio Emilia (Hotel Posta, all’organizzazione contribuiscono l’Azienda Usl e l’Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia);
-“Etica della cura: approcci integrati per una cura etica” venerdì 25 ottobre a Bentivoglio, provincia di Bologna (all’Accademia delle scienze di medicina palliativa);
-“Cure palliative: qualità e sostenibilità” sabato 26 ottobre a Ravenna (Banca popolare di Ravenna, Sala di rappresentanza).
In Emilia-Romagna, l’attuale sviluppo delle cure palliative ha preso avvio, anticipando la normativa nazionale (la legge nazionale 38/2010), già dal 1994 attraverso un programma specifico di assistenza domiciliare. Il modello assistenziale si basa sulla gradualità dell’intensità di cura e sull’integrazione di diverse figure professionali: l’équipe di base, composta da medico di famiglia e infermiere, si arricchisce di nuove competenze in relazione ai bisogni assistenziali della persona.
Le cure palliative sono erogate in hospice (centri residenziali per l’assistenza nella fase avanzata della malattia), in assistenza domiciliare, nelle strutture residenziali, in ospedale. In ogni Azienda sanitaria sono presenti équipe domiciliari, affiancate dai medici palliativisti. La nascita degli hospice, in continuità con l’assistenza domiciliare, ha favorito la realizzazione della rete delle cure palliative. Gli hospice oggi in Emilia-Romagna sono 22, distribuiti in tutte le province, con 283 posti letto. Nel 2012 le persone ricoverate sono state 4.702 (4.105 l’anno precedente).
Il Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna è impegnato a riconoscere e a curare il dolore in tutta la rete dei servizi, garantendo terapie appropriate a tutti i livelli dell’assistenza. In ogni Azienda sanitaria sono operativi i "Comitati Ospedale-territorio senza dolore", composti da medici specialisti e da personale infermieristico, a cui partecipano anche le associazioni di volontariato. Il loro compito è assicurare un osservatorio specifico sulla cura del dolore, coordinare la formazione continua del personale medico e infermieristico, dare impulso all'applicazione di protocolli di trattamento del dolore post operatorio, oncologico, cronico, pediatrico.