È valso la pubblicazione su
Nature Cell Biology, lo studio italiano che potrebbe aver identificato un nuovo bersaglio molecolare per terapie selettive contro il cancro. Si tratta del lavoro
http://www.nature.com/ncb/journal/v15/n7/full/ncb2774.htmldel gruppo di ricerca di
Annamaria Biroccio del laboratorio di Chemioterapia Sperimentale del Regina Elena di Roma, che svela l’importante ruolo della proteina telomerica TRF2 nell’oncogenesi. “La ricerca del gruppo da me coordinato studia i telomeri e i suoi componenti, telomerasi e proteine telomeriche, quali potenziali bersagli terapeutici per il trattamento dei tumori umani”, ha spiegato la ricercatrice.
I telomeri sono porzioni di DNA che si trovano alle estremità dei cromosomi e per la loro funzione possono essere considerati l’orologio biologico della cellula. Si accorciano ogni volta che la cellula si divide finché, divenuti criticamente corti, inducono un blocco della duplicazione ed avviano la cellula verso un processo di senescenza. Questo fenomeno del tutto normale connesso con l’invecchiamento cellulare è contrastato dalla telomerasi, un enzima in grado di sintetizzare nuove sequenze telomeriche, allungando di fatto la vita cellulare, e la cui scoperta sta a fondamento dell’assegnazione del nobel della medicina 2009. Nelle cellule tumorali la telomerasi continua ad agire con efficienza rendendole sempre giovani e "immortali", mentre nelle cellule normali con gli anni si indebolisce fino a sparire. Si intuisce pertanto come gli studi sulla telomerasi e/o sui telomeri possano offrire filoni di ricerca interessanti per influenzare il processo di invecchiamento delle cellule tumorali. “La novità dello studio è legata al meccanismo d’azione attraverso cui una particolare proteina che gioca un ruolo fondamentale nella protezione dei telomeri, detta TRF2, modula la tumorigenicità”, ha spiegato Biroccio. “Abbiamo dimostrato che l’inibizione di TRF2 è in grado di bloccare la crescita tumorale, non attraverso meccanismi intrinseci legati alla disfunzione del telomero (attivazione di apoptosi e/o induzione di senescenza), ma attivando le difese immunitarie ed in particolare le cellule Natural Killer. Pertanto TRF2 può avere funzioni non-telomeriche implicate nella tumorigenesi ed essere un importante bersaglio molecolare per terapie antitumorali.”
Il lavoro appena pubblicato, portato a termine grazie ai fondi dell’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC), si è svolto in stretta collaborazione con il gruppo di Eric Gilson all’ IRCAN di Nizza, e ha visto la partecipazione attiva del gruppo del Dott. Leonetti dello stesso Laboratorio di Chemioterapia Sperimentale, per la sue elevate conoscenze sui modelli animali, e di Antonella Stoppacciaro dell’Università di Roma, Sant’Andrea, per le sue competenze come Anatomo Patologo e Immunologo. “Questo studio – ha sottolineato
Ruggero De Maria, Direttore Scientifico dell’IRE - è un chiaro esempio di come la ricerca di base possa fornire informazioni preziose per la conoscenza dei meccanismi responsabili di importanti patologie, contribuendo in modo decisivo al miglioramento delle strategie terapeutiche.”