“Il caso dell’anziano deceduto in Francia riguarda un packaging sbagliato. Si tratta di un problema che avviene molto raramente. Non è una questione riguardante farmaci generici o non generici, è un problema globale di grande distribuzione. Pensiamo che nella sola Europa parliamo di circa 1 miliardo e 800mila confezioni l’anno: un errore non deve avvenire ma purtroppo, umanamente, può succedere a chiunque”. Così il direttore esecutivo dell’Ema,
Guido Rasi, a margine del simposio Pgeu svoltosi questa mattina a Roma, ha commentato il caso della
morte di un 90enne avvenuta in Francia nelle scorse settimane per la presenza di un sonnifero in una scatola di diuretici della Teva.
“Episodi come questo sono già avvenuti, per quel che riguarda la mia esperienza, circa 3-4 volte - ha proseguito Rasi - Ricordo ad esempio un caso drammatico di farmaci da infusione che venivano dalla Spagna, e non si trattava di prodotti generici. All’epoca riuscimmo a fermarli in tempo anche grazie all’efficienza dei Nas sul territorio italiano. Molti casi non si vengono a sapere perché si intercettano prima. Si tratta di un caso su un milione”. “Purtroppo può succedere, anche se, ovviamente, non dovrebbe. Questa volta grazie alla rete delle farmacie - ha concluso il direttore Ema - è stato intercettato con una certa velocità, visto che si trattava di un sintomo insidioso e non facilissimo da individuare”.
Anche il presidente della Fofi,
Andrea Mandelli, è intervenuto sull’argomento per dare le sue rassicurazioni ai cittadini. “Il panico per questo caso è immotivato. Il farmaco generico è un prodotto sicuro, abbiamo l’Agenzia del farmaco che sorveglia affinché la qualità sia nei parametri previsti dalla legge, quindi l’approccio delle persone a questo prodotto deve essere di grande fiducia”. Per quanto poi riguarda il contributo che il farmacista può dare in tal senso, Mandelli ha sottolineato come “la mediazione del farmacista è in grado di indirizzare il paziente e di dargli tutti quei suggerimenti necessari anche in un’ottica di aderenza alla terapia. Resta dunque fondamentale il nostro ruolo, non solo come dispensatore di farmaci - ha concluso - ma anche come professionisti capaci di sostenere il paziente nell’assunzione quotidiana di medicinali”.
Giovanni Rodriquez