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QS Edizioni - sabato 17 agosto 2024

Scienza e Farmaci

Attacchi di panico. Un disturbo che colpisce oltre due milioni di italiani

immagine 11 giugno - Ma circa 10 mln di italiani hanno vissuto questa esperienza Ad essere colpite ripetutamente sono soprattutto le donne. Questi i dati presentati dall’Associazione liberi dal panico e dall’ansia (Alpa). Per lo psichiatra Giampaolo Perna "le cure sono ancora inadeguate e non corrette".
Almeno 10 milioni di Italiani hanno vissuto l’esperienza dell’attacco di panico e oltre 2 milioni hanno sviluppato un vero e proprio disturbo di panico con attacchi ripetuti, ansia e fobie che vedono la loro libertà bloccata e la vita limitata. Di questi le donne sono il doppio degli uomini. Inoltre il 20-40% dei pazienti trattati farmacologicamente non risponde alle terapie, analogamente al 30-40% dei pazienti trattati con la terapia cognitivo-comportamentale. Percentuali che dimostrano un’inadeguatezza delle cure piuttosto che una reale resistenza del disturbo di panico alle terapie.
 
Sono questi i dati presentati da Giampaolo Perna, psichiatra e Presidente scientifico dell’Associazione liberi dal panico e dall’ansia (Alpa) che saranno discussi il prossimo 14 giugno, a Roma presso la sala Protomoteca del Campidoglio
 
Dagli studi emerge che la percentuale di pazienti in remissione clinica varia da un 12 a un 38% in studi di follow-up a 3-5anni. Si aggiunga che il 40-60% dei pazienti a un follow-up di 4-6 anni manifesta una sintomatologia attenuata subclinica e il 20-30% una sintomatologia clinica identica a quella iniziale. Percentuali che indicano cure inadeguate e non corrette piuttosto che l'effetto di una reale resistenza del disturbo di panico alle cure.
 
“Nonostante il disturbo di panico sia conosciuto da oltre 40 anni e notevoli miglioramenti sono stati effettuati nell’individuare trattamenti farmacologici e psicoterapeutici sempre più efficaci – ha dichiarato Perna – in circa un terzo dei pazienti questo disturbo cronicizza, imprigionando la persona colpita in un labirinto di ansia e paure patologiche. Una cronicizzazione legata non tanto ad una vera e propria resistenza del panico ai trattamenti quanto alla frequente somministrazione di cure inadeguate e insufficienti. Ad oggi, quando si applichino le linee guida internazionali nella scelta delle terapia, il successo della stessa è garantita in quasi tutti i casi. Gli studi scientifici – prosegue – suggeriscono con chiarezza che la terapia combinata con specifici farmaci ad azione sulla serotonina e una psicoterapia breve cognitivo comportamentale sia la via più valida per permettere alla persona sofferente per il disturbo di panico di ritrovare la serenità e la libertà perdute”.
 
Accanto a queste terapie stanno inoltre emergendo con forza terapie somatiche riabilitative che modulano il sistema respiratorio, cardiaco e dell’equilibrio che danno un apporto sostanziale a rendere le terapia ancora più efficaci. “Dobbiamo inoltre ricordare – ha aggiunto Perna – il ruolo centrale dell’allenamento fisico aerobico (dalla corsa alla cyclette, dal nuoto alla danza) nel combattere la ricorrenza degli attacchi di panico. Infine è importante sottolineare il ruolo degli stili di vita, prima di tutto l’astensione dal fumo di sigaretta e dall’uso di droghe capaci di scatenare e innescare la comparsa del disturbo di panico”.
 
11 giugno 2013
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