Non sono solo i candidati a subire lo stress da elezioni. Se con l'avvicinarsi del giorno delle elezioni tanti cittadini riscoprono la vecchia passione politica e si ritrovano a fare il “tifo” per questo o quel candidato, è infatti anche vero che in campagna elettorale triplica il rischio di aritmie ed eventi cardiovascolari come l'infarto: colpa dello stress da risultato elettorale che colpisce soprattutto i più interessati alla politica. La preoccupazione è stata espressa dai massimi esperti italiani riuniti per il X Meeting Internazionale su Fibrillazione Atriale e Infarto, appena concluso a Bologna.
Oltre alla passione politica, che pesa sul rischio di aritmie e infarti sia durante la “maratona” elettorale dello spoglio delle schede sia nei giorni immediatamente precedenti e successivi il voto, anche il tifo per la squadra del cuore può aumentare fino a 4 volte il rischio di problemi cardiovascolari, così come la rabbia e l'ansia da spread e crisi economica che aumentano fino a nove volte la probabilità di andare incontro a problemi seri al cuore, e le preoccupazioni sul lavoro che accrescono il pericolo fino a sei volte rispetto al normale. “Diversi studi hanno sottolineato che lo stress da campagna elettorale incide sul rischio di aritmie potenzialmente molto pericolose come la fibrillazione atriale”, ha spiegato
Alessandro Capucci, Presidente del Congresso e Ordinario di Malattie dell'Apparato Cardiovascolare all'Università Politecnica delle Marche in Ancona. “Si è visto, ad esempio, che durante la campagna elettorale chi segue i dibattiti e si interessa alle sorti del suo partito vede crescere i propri livelli di cortisolo, l'ormone dello stress. Se il proprio partito vince, poi, l'ormone cala e aumenta al contempo il testosterone; se invece il candidato sostenuto perde, si ha l'effetto contrario e il cortisolo continua a salire. Questo può provocare squilibri del metabolismo del glucosio, rottura di placche aterosclerotiche, episodi di aritmia anche rischiosi. Per i candidati il pericolo può essere ancora più elevato, perché allo stress aggiungono la deprivazione di sonno provocata dai mille impegni pre-elettorali. Attenzione poi a chi si “dà la carica” per affrontare l'election day con sostanze d'abuso: fumare marijuana quadruplica ulteriormente il pericolo di aritmie ed eventi cardiovascolari, sniffare cocaina lo aumenta addirittura di venticinque volte”.
Lo stress da campagna elettorale è molto simile a quello che vivono i tifosi sfegatati quando giocano le loro squadre preferite. “Succede perché il cuore regge meno bene alle sollecitazioni di stress relativamente acuto, mentre si “abitua” pian piano a un livello di tensione anche relativamente alto senza soffrirne”, ha continuato l’esperto. “In periodi molto intensi ma brevi come la campagna elettorale o quando si vive un evento che provoca emozioni forti, come assistere alla gara della squadra del cuore, lo stress che si genera è molto elevato e impatta maggiormente sul cuore, che non riesce ad attutirne gli effetti negativi. In paragone, la tensione quotidiana che tutti noi sopportiamo è meno drammaticamente negativa: ci abituiamo poco a poco all'inquinamento, ai rumori, alle ansie da ufficio e anche se ci fanno male non provocano eventi acuti. Quando invece arriva un carico di stress aggiuntivo, improvviso e consistente, il cuore può non riuscire a compensarlo e andare in tilt”.
Che cosa fare per vivere i giorni del voto senza paura che il cuore possa farne le spese? “Sicuramente è bene seguire la dieta mediterranea, che protegge il cuore grazie a vitamine e antiossidanti di cui è ricca, e recuperare ritmi regolari: non bisogna saltare i pasti perché troppo indaffarati, ad esempio, per poi esagerare al pasto successivo per placare la fame”, consiglia Capucci. “Inoltre, occorrerebbe dedicare il giusto tempo al riposo e al sonno, che serve anche al cuore per ricaricare le batterie. Infine, sarebbe opportuno mantenere un maggiore distacco dai fatti politici”. Sia che si vinca, che si perda, o che si “pareggi”.