Il blocco di una proteina che importa l’acido lattico – un sottoprodotto metabolico delle cellule tumorali – ha rinvigorito le cellule T esauste e ha portato a un migliore controllo del tumore in modelli murini di melanoma, carcinoma del colon-retto e cancro della testa e del collo.
L’interruzione dell’accesso delle cellule T ai metaboliti inibitori potrebbe dunque rappresentare un approccio promettente all’immunoterapia del cancro E’ quanto emerge da uno studio condotto da un team dell’Università di Pittsburgh pubblicato da Nature Immunology.
Le cellule T, nella lotta contro i tumori, diventano progressivamente meno efficaci a causa dell’espressione di recettori che agiscono da “freno”, fino a esaurirne le capacità protettive. La maggior parte delle immunoterapie agiscono inibendo questi freni e funzionano bene in molti pazienti con alcuni tipi di tumori.
Cercando nuovi modi per riattivare le cellule T “esauste”, i ricercatori dell’Università di Pittsburgh hanno esaminato una proteina trasportatrice di soluti denominata MCT11, che importa acido lattico, presente in grande quantità nelle cellule T esaurite rispetto alle progenitrici.
Eliminando il gene che codifica MCT11 o bloccando la proteina con un anticorpo monoclonale, nelle cellule T del modello animale studiato è entrato meno acido lattico, con un conseguente miglioramento di funzionalità e controllo del tumore.
“Bloccare l’accesso ai metaboliti inibitori è un approccio completamente nuovo con cui possiamo rinvigorire il sistema immunitario”, afferma l’autore senior
Greg Delgoffe, “Questo studio dimostra che possiamo estrarre energia dalle cellule T bloccando gli effetti negativi del microambiente tumorale”.
Fonte: Nature Immunology 2024