Scienza e Farmaci
Ortopedia. La “top 10” dei miti da sfatare, tra luoghi comuni e false credenze. I chiarimenti della Siot
Quante volte abbiamo detto “Mi fa male la cervicale” o “Mi si è accavallato un nervo”. E quante volte abbiamo pensato di avere “il gomito del tennista” o ci saremo vergognati per le nostre insopportabili “gambe a x”. Ebbene, affermazioni come queste, in realtà, non trovano riscontro dal punto di vista scientifico: si tratta banalmente di luoghi comuni.
E in ortopedia i luoghi comuni e false credenze sono innumerevoli. Come tante informazioni errate ad esempio quella che l’alluce valgo si possa operare con il laser.
A confermarlo per fare chiarezza, il Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, Siot, Alberto Momoli, Direttore Uoc Ortopedia e Traumatologia, Ospedale San Bortolo, Vicenza: “False credenze e luoghi comuni in ambito ortopedico sono molto diffusi, influenzano spesso la percezione delle persone e, tra il ‘sentito dire’ e le informazioni raccolte sulla rete, aumentano il rischio di generare confusione e falsi miti intorno a patologie le cui diagnosi e terapie hanno indicazioni spesso ben precise. Raccomandiamo di rivolgersi sempre ad uno specialista in caso di dubbi o domande riguardo sintomi persistenti o patologie conclamate ed evitare il fai-da-te”.
Per questo la Siot ha stilato la “top 10” dei miti da sfatare in ortopedia
1. Mi fa male “la cervicale”4. Gambe a X
Le “gambe a X”, o più correttamente valgismo delle ginocchia, è una deviazione assiale degli arti inferiori, con aumentato anglo tra il femore e la tibia, che porta le ginocchia a tendere verso l’interno, quasi a toccarsi. Il ginocchio valgo non presenta soltanto conseguenze estetiche ma soprattutto funzionali, in quanto è associato ad anomalie nella deambulazione, sovraccarico delle strutture del ginocchio (menischi e cartilagine), instabilità del ginocchio, infiammazione e dolore. Come si interviene: i trattamenti possono essere di due tipi: conservativo o chirurgico. Le opzioni conservative, che sono consigliate quando il disturbo è di grado lieve oppure moderato, comprendono esercizi mirati di fisioterapia e di ginnastica posturale, contenimento del peso corporeo. Ove il sovraccarico dovuto alla deformità causasse sintomi dolorosi, è utile l’assunzione di farmaci antinfiammatori e di integratori condro-protettori o trattamenti ortobiologici (acido ialuronico, PRP, etc.). L’intervento chirurgico, in casi più seri, prevede un’osteotomia femorale finalizzata al ripristino del corretto asse dell’arto inferiore.
4. Ernia del disco, non si opera più
L’ernia del disco è una condizione che può essere molto dolorosa e si verifica quando la parte gelatinosa del disco che si trova tra le vertebre, detto “nucleo polposo” fuoriesce dalla sua sede naturale. Questo materiale che si trova all’interno dei dischi, che sono una sorta di cuscinetti ammortizzatori posti tra una vertebra e l’altra, permette il naturale movimento della colonna vertebrale, consentendo la flessibilità della struttura e preservandola dai carichi eccessivi. L’ernia del disco può verificarsi in qualsiasi parte della colonna vertebrale, anche se il tratto più frequentemente interessato è quello lombare. Come si interviene: il trattamento conservativo ha l’obiettivo di eliminare il dolore spegnendo la reazione infiammatoria della radice nervosa, attraverso una terapia con cortisonici o antinfiammatori non steroidei, associati a trattamenti fisioterapici mirati. L’intervento chirurgico si rende necessario, invece, nei casi in cui le ernie del disco provocano gravi compressioni delle strutture nervose, causando deficit neurologici o dolore intrattabile che possono compromettere la qualità di vita del paziente.
7. Il robot sostituisce il chirurgo
Quando si parla di chirurgia robotica si intende un aiuto, accurato e personalizzato, che permette di eseguire operazioni chirurgiche tramite un robot semi autonomo che non sostituisce mai il chirurgo. Lo specialista, quindi, integra l’intervento tradizionale manovrando un robot a distanza, seduto ad una console computerizzata posta all'interno della sala operatoria. La chirurgia robotica porta a benefici quali una maggiore precisione chirurgica. Tra gli ambiti di intervento della chirurgia robotica in ortopedia vi sono le protesi monocomportamentali e totali di ginocchio, la protesi d’anca. Il robot per la chirurgia protesica assiste il chirurgo ma la sua esperienza è necessaria per ottenere i massimi risultati possibili.
8. L’alluce valgo si opera con il laser
Per alluce valgo si intende la deviazione verso le altre dita dell’alluce stesso: la punta dell’alluce si rivolge verso le dita del piede, esponendo la base articolare ad infiammazioni a lungo andare molto dolorose nei movimenti, in particolare a contatto con scarpe strette. Le cause possono essere molteplici: da un’errata postura all’utilizzo di calzature non idonee che vanno a sommarsi con il fattore familiare che ha una certa rilevanza sull’insorgere della patologia. Un trattamento farmacologico può essere utile nelle forme iniziali, in particolare nelle persone in cui il dolore non è troppo acuto e non è troppo limitata la mobilizzazione, ma per una efficace correzione dell'alluce valgo è sempre necessario ricorrere all’intervento chirurgico eseguito con tecniche variabili in rapporto alla tipologia di deformità. Non esiste, pertanto, la possibilità di operare con il laser per correggere l’alluce valgo.
9. Le protesi di anca e ginocchio sono eterne
Le protesi di anca e ginocchio non sono certamente eterne. Si tratta di elementi meccanici che per questo, soprattutto quando si parla delle articolazioni sottoposte al carico (anca e ginocchio in primis), sono anch’essi soggetti a usura nel tempo portando ad un “consumo” della protesi. È difficile prevedere la durata dei vari impianti. In condizioni ideali oggi l’aspettativa su una protesi d’anca e di ginocchio è di oltre 20 anni. Ma sono calcoli che possono variare in base alle specifiche situazioni di ciascun soggetto e si spera possano comunque migliorare nel tempo.
10. TC e Risonanza Magnetica sono meglio della radiografia
Non esiste un esame migliore di un altro in generale, si tratta di metodiche differenti tra loro, scelte e prescritte dal medico specialista a seguito di un'accurata valutazione della patologia. La tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM) sono due tecniche diagnostiche, utili per ottenere delle immagini dettagliate di diverse aree del corpo. La prima utilizza le radiazioni ionizzanti (raggi X) ed è utile per la valutazione delle strutture scheletriche. La seconda, invece, sfrutta un campo magnetico per valutare la struttura delle ossa e non solo; la sua particolare capacità di differenziazione dei tessuti rende questo esame particolarmente adatto per lo studio delle articolazioni. La radiografia, che utilizza radiazioni ionizzanti come la TC, consente di diagnosticare traumi e patologie ossee ed è il primo esame da eseguire in caso di traumi e di sospette fratture