Il presidente della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera-SIFO,
Arturo Cavaliere, e la presidente dell’Associazione Italiana Medicina Nucleare-AIMN,
Maria Luisa De Rimini, sono intervenuti a Bruxelles all’interno del workshop Harnessing the Opportunities of Radioligand Therapies: Infrastructure and Education (Sfruttare le opportunità delle terapie con radioligandi: infrastrutture e istruzione), che si è tenuto al Palazzo comunitario Altiero Spinelli di fronte ad un vasto gruppo di esperti e rappresentanti istituzionali di tutta Europa. La Terapia con RadioLigandi (RLT) – a cui era dedicato l’appuntamento - è una delle frontiere più avanzate delle cure oncologiche di alcuni tumori: sfruttando radiofarmaci selettivi che veicolano radiazioni direttamente sulle cellule tumorali, senza danneggiare quelle sane, rappresenta una delle maggiori innovazioni nell’ambito della medicina di precisione che coinvolge medici nucleari, clinici e professionisti di varie estrazioni, tra cui i farmacisti ospedalieri. L’evento a cui hanno partecipato Cavaliere e De Rimini era inserito nel programma complessivo del progetto SPARC Europe e dell’iniziativa Revolution: Innovation in Cancer care.
A Bruxelles, Cavaliere è intervenuto affermando: “Oggi siamo qui per parlare di RadioLigandi e radiofarmacia, che nello specifico è un’area specialistica della nostra disciplina: la peculiarità dei radiofarmaci è infatti tale da richiedere una professionalità con competenze specifiche aggiuntive, dove si unisce a tutto il sapere nel campo del farmaco, bagaglio del farmacista, la conoscenza dei tecnicismi propri dei composti radioattivi, inclusa la parte che ricade nelle norme di radio-protezione. SIFO ha riconosciuto già da diversi anni le specificità e l’importanza della Radiofarmacia. L’innovazione della RLT ha confermato e accelerato questa attenzione che SIFO ha avviato da tempo: proprio l’estrema specializzazione e complessità di queste nuove opzioni terapeutiche trova nel radiofarmacista la figura professionale che affianca nelle scelte tecnico-scientifiche e cliniche il Medico Nucleare, che rimane la punta di diamante del processo”.
Proprio la presidente dell’Associazione Italiana Medicina Nucleare e Imaging Molecolare (AIMN), Maria Luisa De Rimini, è intervenuta nella capitale belga per presentare il Libro Bianco sulla Terapia con RadioLigandi (RLT), progetto editoriale multidisciplinare frutto del lavoro svolto all’interno del Progetto Revolution da AIMN, con SIFO, Aifm, Aiom, Siuro e Cittadinanzattiva, a dimostrazione di un’attenzione dinamica che nel nostro Paese i professionisti di settore stanno offrendo a queste terapie avanzate. “Ci troviamo di fronte ad un approccio terapeutico davvero innovativo della medicina di precisione” ha detto De Rimini, che ha sottolineato in essa il ruolo unico e specifico del medico nucleare e l’utilità di lavoro in un contesto di multidisciplinarietà. Grazie a tecniche di imaging di medicina nucleare, infatti, è oggi possibile selezionare in modo mirato i pazienti che possono beneficiare di questo tipo di terapia, realizzando il modello più innovativo e promettente del concetto di teragnostica, cioè quell’evoluzione della medicina nucleare grazie alla quale il momento della diagnosi e quello della terapia si integrano sequenzialmente, in maniera tale da farci “vedere quello che possiamo trattare”.
Una sottolineatura è emersa a Bruxelles: la RLT deve essere gestita e affrontata con competenza, facendo particolare attenzione anche ad alcune criticità da affrontare soprattutto in termini di adeguamento tecnologico, strutturale e di personale, difficoltà emerse chiaramente da una survey condotta ad hoc da AIMN nelle Unità di Medicina Nucleare del territorio nazionale su iniziativa della stessa presidente. E’ indispensabile, quindi, una corretta programmazione in termini di competenze del Personale e di riadeguamento sia per aumento del numero di posti letto che per le infrastrutture, con riassetto di spazi e percorsi, considerando che le direttive del DLgl 101/2020 abilitano l’erogazione di questi trattamenti anche extra regime di ricovero, in base al criterio esclusivo del medico nucleare, sentito il parere di esperto di Radioprotezione e fisico sanitario. Gli adeguamenti messi in luce dalla survey (in particolare la necessità di personale formato, posti letto e adeguamento delle infrastrutture e apparecchiature), appaiono oggi indispensabili in considerazione del marcato incremento della richiesta di questa terapie, stimabile in tempi brevi su una platea di pazienti ancora più ampia. AIMN, ha confermato De Rimini, considera “come focus principale l’equità di accesso dei pazienti, indistintamente su tutto il territorio nazionale”. Per tale motivo l’Associazione ha ipotizzato anche la proposta di un modello che possa ampliare il raggio di disponibilità delle Strutture di Medicina Nucleare, unendo in rete in un modello di sistema “hub and spoke” la possibilità di accessi in regime di ricovero, day hospital e ambulatoriale, selezionati in base alle criticità dei singoli pazienti. Può essere molto utile, a questo scopo, il confronto realizzato in tempi brevi con le Istituzioni e le singole Regioni per garantire potenzialità di massimo accesso ai pazienti.
La portata contemporanea dell’innovazione rappresentata dalle terapia con radioligandi è talmente profonda, da rilanciare concretamente una specifica necessità formativa per tutte le figure che ne vengono coinvolte a vario titolo, una necessità condivisa dalle due società scientifiche. “Nello specifico della Radiofarmacia – ha commentato il presidente SIFO - se da un lato è auspicabile il potenziamento degli insegnamenti sulle terapie con radiofarmaci nelle Scuole di Specializzazione, è altresì opportuno istituire percorsi specifici post specializzazione e di formazione quali Master o Corsi di alta formazione certificati che coprano gli ambiti di tutte le discipline coinvolte nella RLT, per settare uno standard di qualità omogeneo in tutto il territorio Nazionale delle figure professionali formate”.
Tutte le Società Scientifiche coinvolte nel processo RLT, sono chiamate a collaborare per tracciare linee di indirizzo condivise ed è inoltre indispensabile il supporto delle Istituzioni per arrivare a percorsi formativi accreditati: “occorre arrivare”, ha concluso Cavaliere, “alla selezione delle professionalità ed al dovuto riconoscimento delle competenze acquisite in appositi percorsi formativi ‘istituzionalizzati’, come chiave per ottenere uno standard di qualità professionale elevato e uniforme su tutto il territorio nazionale, a garanzia di qualità, sicurezza, efficacia ed appropriatezza dell’offerta assistenziale. Il nostro impegno in questo senso è in linea con quanto previsto anche a livello europeo: nel contesto del nuovo Piano Europeo contro il Cancro è infatti previsto il piano d'Azione SAMIRA (Strategic Agenda for Medical Ionising Radiation Applications), che sottolinea la necessità di aumentare la formazione dei professionisti in medicina nucleare e fisica medica, radioterapia e radiofarmacisti, riconoscendo la centralità di queste tecnologie nella lotta alle neoplasie”. Proprio con questo spirito SIFO ha recentemente attivato (l’inaugurazione risale a poche settimane fa) un Corso di Alta Formazione in Radiofarmacia, presso l’Università di Padova, che si distingue nettamente da tutte le iniziative organizzate finora: è infatti il primo corso che vede unite la Facoltà di Farmacia e la Facoltà di Medicina, a sottolineare il rilievo riconosciuto all’approccio multidisciplinare ed alla collaborazione che si deve instaurare tra radiofarmacista e clinico, relazione che vede nel linguaggio comune il vero primo passo per riuscire a integrare le diverse competenze per il governo di una delle più importanti innovazioni terapeutiche del nostro tempo.