Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato ha inviato oggi una lettera al Ministro della Salute e alle Regioni perché sia rispettato il diritto dei cittadini con attacchi epilettici a reperire i farmaci Topamax e Keppra senza aggravio di costi così come già raccomandato dall'AIFA.
“Da qualche settimana – si legge in una nota - , infatti, nonostante la scritta ‘non sostituibile’ sulla prescrizione del medico di base, le farmacie delle regioni Campania, Lazio, Piemonte, Sicilia, Abruzzo e Liguria consegnano ai pazienti cronici già in terapia i due prodotti in questione, chiedendo la relativa differenza di prezzo con i farmaci equivalenti. Il risultato è che ogni paziente è tenuto a pagare circa 50 euro di differenza a confezione, con un carico di qualche centinaio di euro al mese”.
“Una situazione insostenibile – rileva Cittadinanzattiva-TDM - per molte famiglie. Sono infatti circa 500.000 le persone in Italia, che soffrono di attacchi epilettici”.
“Chiediamo, quindi, - prosegue la nota - che venga immediatamente rispettata da tutte le Regioni la raccomandazione dell'AIFA, che, in seguito alla nuova normativa sulla prescrizione dei farmaci, ha ribadito che “per i pazienti già in trattamento si raccomanda la non sostituibilità del farmaco assunto indipendentemente che sia brand o equivalente’”.
“La Regione Emilia Romagna – continua il TDM - ad esempio, attraverso un accordo integrativo del 25 settembre, ha risolto il problema, avviando la cosiddetta "distribuzione per conto" dei suddetti farmaci. La Provincia Autonoma di Bolzano ha deciso che, fino a tutto il 2012, i farmaci saranno distribuiti presso le farmacie ospedaliere senza nessun onere per gli assistiti”.
“In considerazione di questa evidente disparità fra persone che vivono nello stesso Paese e soffrono degli stessi disturbi – dichiara
Giuseppe Scaramuzza, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato - chiediamo un urgente intervento del Ministero per garantire l'uniformità di trattamento anche a chi risiede in regioni obbligate ai piani di rientro sanitario o in regioni che, comunque, non riconoscono i diritti dei pazienti. In caso contrario, avvieremo tutte le forme di tutela a sostegno delle persone che in queste settimane vivono queste gravi ingiustizie”.