“Le odierne dichiarazioni del presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, andrebbero rovesciate: è proprio perché ci si è occupati poco delle compatibilità economiche dell’assistenza sanitaria che oggi i cittadini italiani devono fare i conti con un razionamento delle prestazioni sanitarie allo stato dell’arte, a cominciare dal ritardo con cui i farmaci innovativi entrano nei prontuari regionali”. Ad affermarlo il presidente di AssoGenerici, Giorgio Foresti, commentando le dichiarazioni rilasciate da Scaccabarozzi nel corso di un convegno promosso dal Censis e dedicato al rapporto tra cittadini e informazione sanitaria.
Commentando i dati dell’indagine del Censis che sottolinea come gli italiani siano stanchi delle informazione sulla bellezza e la malasanità e cerchino, invece, di capirne di più sulle patologie, affidandosi soprattutto alla comunicazione con il medico di famiglia, Scaccabarozzi ha sottolineato che tutto questo è giustificabile con l’interesse del cittadino ad essere curato. “Se vero che la salute è anche economia, politica, costi, burocrazia, bellezza e malasanità, quello che al cittadino interessa veramente quando si parla di salute è proprio la salute”. E facendo un esempio di mala informazione, il presidente di Farmindustria ha citato il caso della norma sulla prescrizione per principio attivo, tornando poi a ribadire che tale norma non produce risparmi per lo Stato. “Non è in atto una guerra – ha detto – ma i cittadini sono confusi”.
Per AssoGenerici, in realtà, “una delle cause dell’attuale difficoltà del Servizio sanitario è stato aver trascurato che la mancanza del generico sul mercato italiano, fino a tempi relativamente recenti, ha impedito una dinamica concorrenziale analoga a quella degli altri paesi occidentali”. “In pratica, - ha spiegato Foresti - per anni in Italia si è continuato a pagare un sovrapprezzo sulle classi di farmaci che in Gran Bretagna o in Germania erano disponibili come generico con costi per la collettività ben inferiori. Aver perso quell’occasione ha fatto sì che l’industria del generico non potesse contare su quel volume di vendite che avrebbe consentito di abbassare i prezzi al di sotto dell’attuale valore di riferimento. Ma se il Ministro della salute lo ritiene, siamo disposti a garantire fin da ora un risparmio per il Servizio sanitario in vista dello sviluppo dei volumi di vendita che ci attendiamo dalla nuova normativa”, conclude il presidente di AssoGenerici.
“Siamo certi che di questo beneficeranno anche i pazienti che a buon diritto aspirano a ricevere le cure migliori e più innovative”.