L’aumento di casi di influenza aviaria H5N1 tra i mammiferi (nelle ultime settimane ci sono stati “diverse segnalazioni tra cui visoni, lontre, volpi e leoni marini) va monitorato “attentamente” anche se “per il momento” l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) valuta il rischio per l’uomo come “basso”. A dirlo il direttore generale dell’Oms
, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso di un briefing tenuto mercoledì scorso.
“Da quando l'H5N1 – ha spiegato Tedros - è emerso per la prima volta nel 1996, abbiamo assistito solo a trasmissioni rare e non sostenute dell'H5N1 da e tra esseri umani. Ma non possiamo presumere che rimarrà così e dobbiamo prepararci a qualsiasi cambiamento nello status quo”, ha precisato.
L’Oms raccomanda quindi ai Paesi di “rafforzare la sorveglianza negli ambienti in cui gli esseri umani e gli animali d'allevamento o selvatici interagiscono”. Si richiama inoltre all’importanza di “non toccare o raccogliere animali selvatici morti o malati, ma di segnalarli alle autorità locali”.
L'Oms, fa sapere Tedros, “sta lavorando con le autorità nazionali e i propri partner per monitorare da vicino la situazione e per studiare i casi di infezione da H5N1 negli esseri umani quando si verificano”.
La rete globale di laboratori dell'Oms, il Sistema globale di sorveglianza e risposta all'influenza, identifica e monitora i ceppi di virus influenzali circolanti e fornisce consulenza ai paesi sui loro rischi per la salute umana e sulle misure di trattamento o controllo disponibili. L'Oms fa inoltre sapere che continua la collaborazione con i produttori “per assicurarsi che, se necessario, le forniture di vaccini e antivirali siano disponibili per l'uso globale”.