Gli adulti che hanno sofferto di un qualunque tipo di trauma cranico presentano il doppio di probabilità di andare incontro a morte, nel lungo periodo, rispetto a chi non ha mai sofferto di danni cerebrali.
In particolare, se il danno è stato di grado da moderato a grave, i tassi di mortalità sono quasi tre volte più elevati rispetto a chi non ha avuto incidenti di questo tipo. A mostrarlo è uno studio condotto da un team dell’Università della Pennsylvania e pubblicato da JAMA Neurology.
Per lo studio, il team ha preso in considerazione partecipanti allo studio Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC), che è ancora in corso, e ha arruolato 15.792 persone tra 45 e 65 anni.
Il 18,4% dei partecipanti ha riferito uno o più danni cerebrali nel periodo di studio e tra quelli che hanno avuto un trauma cranico, il 12,4% aveva subito un danno da moderato a grave. Il periodo medio tra il decesso e il danno cerebrale è stato di 4,7 anni.
Un decesso per tutte le cause è stato registrato nel 64,6% dei partecipanti che avevano subito un trauma cranico, contro il 54,6% registrato tra coloro che non avevano subito alcun danno.
Tenendo conto delle caratteristiche dei partecipanti, i ricercatori hanno scoperto che chi aveva subito un trauma cranico presentava tassi di mortalità 2,21 volte superiori rispetto a chi non aveva subito danni al cervello. Inoltre, il tasso di mortalità tra quelli con danni gravi era di 2,87 volte più elevato.
Le più comuni cause di morte erano tumori, malattie cardiovascolari e malattie neurologiche, come demenza, epilessia e ictus. Tra le persone con trauma cranico, però, le morti causate da problemi neurologici e danni non intenzionali o trauma, come una caduta, erano più frequenti. Tra i partecipanti con trauma cranico, quasi i due terzi dei casi di morte neurologica erano attribuiti a malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.
Fonte: JAMA Neurology 2023