Scienza e Farmaci
Giornata Mondiale Prematurità. Ogni anno in Italia nascono oltre 25mila neonati pre termine. La parola d'ordine è difenderli dai rischi
Sono stati oltre 25mila i parti pretermine, ossia prima della 37a settimana di gestazione, su un totale di 392.848 avvenuti in Italia nel 2021, il 6,4% di tutti i parti. Di questi, il 75,6% sono avvenuti tra le 32 e le 36 settimane (parti pre-termine e tardivi) di gestazione e pari al 4,8% di tutti i parti, lo 0,8% sono stati parti estremamente pre-termine o molto pre-termine ossia tra le 27 e le 31 settimane di gestazione.
Sono questi i numeri dei parti emersi dal recente Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP) 2021 del Ministero della Salute. Dati che fotografano uno scenario dalle molte fragilità: i nati pretermine, in particolare se estremamente prematuri, sono esposti a un maggior rischio a causa dell’immaturità dei vari organi quali polmoni, cervello, intestino e cuore.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica, aumentare il livello di consapevolezza sul tema e sensibilizzare i cittadini sulla nascita pretermine e i rischi connessi si celebrata oggi, 17 novembre, la Giornata Mondiale della Prematurità (World Prematurity day).
Sono tanti i rischi ai quali i neonati vengono esposti a causa dell’immaturità del loro sistema immunitario che li rende più fragili e maggiormente esposti all’azione degli agenti patogeni. Una suscettibilità che si accresce quanto più il neonato è pretermine. Tra i vari rischi a cui possono andare incontro i più piccoli c’è il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS). Il VRS è un comunissimo virus respiratorio, responsabile ogni anno a livello globale di più di 30 milioni di infezioni delle basse vie respiratorie (LRTI), che colpisce persone di tutte le età, in particolare i più piccoli, prima dei due anni di vita, ma che espone a maggior rischio di conseguenze proprio i nati prematuri per via delle vie aeree e dei sistemi immunitari immaturi e del trasferimento incompleto di anticorpi materni che riducono la protezione contro il VRS. Non solo, un virus che - oltre a interessare bambini con altre malattie respiratorie croniche e con cardiopatia congenite - può colpire anche i piccoli con meno di 2 anni di età affetti da displasia polmonare, malattia polmonare legata anch’essa alla prematurità.
Non bisogna dimenticare che il VRS è la principale causa di bronchiolite e polmonite nei più piccoli, patologie che possono avere conseguenze più importanti tra i bambini al di sotto di un anno di vita, esponendoli a rischio di infezione grave ed ospedalizzazione, soprattutto nei primi 6 mesi di vita, in particolare se prematuri o con comorbidità specifiche.
La prevenzione primaria resta la prima misura in grado di ridurre la diffusione del VRS: semplici gesti come il lavaggio delle mani, evitare di toccarsi bocca, occhi e naso e di tossire o starnutire senza protezione o pulire o disinfettare oggetti che vengono spesso maneggiati rappresentano importanti precauzioni che possono proteggere i propri piccoli dal contrarre il virus o limitare la diffusione dell’infezione da VRS.
Queste semplici accortezze sono spiegate in un video patrocinato dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN) e la Società Italiana di Pediatria (SIP)e realizzato in collaborazione con il prof. Eugenio Baraldi che ha l’obiettivo di informare i genitori su tutto quello che devono sapere sul Virus Respiratorio Sincinziale (VRS).
Insomma, un virus solitamente dai sintomi lievi, come quelli di un normale raffreddore che passano con poche settimane - quindi rinite starnuti tosse febbre ma anche febbre superiore ai 38 C° nei lattanti con meno di 6 mesi - che possono però portare a conseguenze più gravi per alcuni neonati e bambini particolarmente vulnerabili.
Per questo nelle settimane scorse la SIN e la SIP avevano invitato ad anticipare la profilassi per l’infezione da VRS nei neonati prematuri e con patologie congenite cardiache o polmonari. Il motivo? I dati epidemiologici relativi alla diffusione dei virus respiratori nella popolazione, tra i quali il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), registrati durante la stagione epidemica 2021-2022 in molti Paesi del mondo, inclusa l’Italia, hanno documentato un aumento del tasso di positività al VRS, una tendenza che potrebbe essere confermata anche per la stagione 2022-2023.
Un quadro che ha spinto le Società Scientifiche a suggerire un’anticipazione nell’avvio della campagna di profilassi per l’infezione da VRS, per i neonati prematuri e con patologie congenite cardiache o polmonari, invitando, “compatibilmente con i contesti organizzativi regionali ed aziendali”, le Direzioni Sanitarie e i professionisti coinvolti, a garantire una corretta prevenzione.