Scienza e Farmaci
Infezioni del sito chirurgico: il 40-60% potrebbe essere evitato grazie a prevenzione e buone pratiche
Ogni anno, in Italia, si verificano circa 530.000 infezioni correlate all’assistenza sanitaria, più di 7.500 delle quali con esito fatale, in pazienti ricoverati in ospedale che manifestano i sintomi generalmente 48 ore dopo l’inizio della degenza. Il 14.4% sono infezioni del sito chirurgico di cui, una percentuale compresa tra il 40-60% potrebbe essere prevenibile grazie all’adozione di adeguati sistemi di sorveglianza e di programmi di prevenzione.
Le infezioni del sito chirurgico rappresentano, infatti, una delle complicanze principali in pazienti sottoposti a chirurgia, con importanti implicazioni in termini di morbilità e oneri finanziari, ma di cui si parla ancora troppo poco. I pazienti sono cinque volte più esposti al rischio di una nuova ospedalizzazione, due volte al rischio di degenza in terapia intensiva e due volte più esposti al rischio di decesso. E non è tutto: le infezioni ospedaliere hanno anche un impatto economico di circa 1 miliardo di euro all’anno, che può incidere notevolmente sulla sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale, con costi indiretti risparmiabili e con un impatto notevole anche sulla capacità del sistema sanitario di trattare più pazienti e recuperare più velocemente le liste di attesa.
È proprio da qui che nasce l’esigenza di fare informazione e di sensibilizzare l’opinione pubblica sull'importanza di una corretta prevenzione e cura delle ferite post-operatorie al fine di ridurre le possibili infezioni. La campagna “Punti di Differenza”, promossa da Ethicon parte di Johnson&Johnson Medtech Italia con il patrocinio delle società scientifiche ACOI - Associazione Chirurghi Ospedalieri, SIC - Società Italiana di Chirurgia, SIGO - Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia e di SIOT - Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, si pone proprio questo obiettivo. Si rivolge ai pazienti ed è in grado di raggiungere anche il pubblico più giovane grazie ad un approccio innovativo quale è quello di un video cartoon che ha come protagonista un giovane Frankenstein.
“Punti di Differenza” prevede un sito pubblico, puntididifferenza.it, pensato per i cittadini, in cui saranno pubblicate informazioni e materiali utili sul tema della prevenzione delle infezioni del sito chirurgico. Il sito, che fungerà da punto di atterraggio della campagna, verrà promosso anche attraverso un video cartoon che ha come protagonista un giovane Frankenstein di nuova generazione, pronipote di quello storico, “testimonial” rappresentativo di una nuova generazione più consapevole dei rischi delle infezioni chirurgiche.
“La Società Italiana di Chirurgia che rappresento”, ha commentato Francesco Basile, Presidente SIC, “ha voluto aderire e partecipare a questa campagna, ritenendola fondamentale per quanto riguarda alcuni aspetti. Il primo aspetto è che le campagne di informazione e di sensibilizzazione al cittadino e al paziente vanno sostenute, vanno diffuse e vanno divulgate. Il secondo aspetto è l'argomento: cercare di diminuire l'incidenza delle infezioni del sito chirurgico”. Questo non solo per l’importanza che un abbassamento delle percentuali prima citate può avere sulla vita dei pazienti, ma anche per un discorso di costi. “Non dobbiamo dimenticare l'aspetto finanziario”, ha proseguito Basile precisando che “circa un miliardo l'anno è il costo del Servizio sanitario nazionale per tutte le 500.000 infezioni che si hanno in Italia e per la morbilità”.
Secondo Basile, discutere di questi problemi e stimolare l’attenzione del grande pubblico e dei medici stessi può rappresentare davvero un passo avanti nella lotta alle infezioni del sito chirurgico. Non solo informazione ed educazione al problema; anche buone pratiche per i pazienti. Il presidente SIC ha infatti ricordato che anche il paziente può fare la sua parte dando il suo contributo in fase pre-operatoria quando “può presentarsi al meglio dal punto di vista di igiene al momento del ricovero” e poi dopo, nel post operatorio quando si deve impegnare “a non mancare alcun controllo o alcuna medicazione”, ha concluso.
Dello stesso avviso è anche Paolo Tranquilli Leali, Presidente della Società italiana ortopedia e traumatologia (SIOT). “La problematica delle infezioni è molto importante in ortopedia, soprattutto quando si parla di fratture esposte o di impianti protesici”, ha precisato l’esperto.
“È vero che negli ultimi anni abbiamo avuto un contenimento molto significativo del numero di infezioni, ma, in ogni caso, pur con tutti i nostri sforzi, siamo attestati in una percentuale, nel caso di sostituzione articolare, quindi protesi d'anca, ginocchio, spalla e caviglia, che oscilla fra l'1 e il 3%”. Anche se la percentuale citata dal Presidente SIOT è bassa, non è un dato da sottovalutare perché, come ricordato dall’esperto, l’infezione dell’impianto protesico è un evento maggiore con una elevata percentuale di mortalità. Inoltre, “l'entità della complicazione è strettamente legata allo stato di partenza generale del paziente” e varia anche in base all’età. Più si è di fronte ad un paziente anziano, più aumenta la probabilità di essere in presenza di comorbidità che possono influire sul rischio di infezioni.
Un altro argomento da non sottovalutare per Tranquilli Leali è lo sviluppo di resistenze antimicrobiche che rappresentano una vera e propria “piaga sociale”.
Tra l’altro, la SIOT, consapevole della delicatezza e del carico sociale del paziente ortopedico con infezioni del sito chirurgico, ha dedicato a questa problematica il proprio Congresso Nazionale nel 2017 e ha prodotto, nel 2021, le linee guida sulla ‘Prevenzione delle infezioni in chirurgia ortopedica’, con la finalità di fornire raccomandazioni sulle procedure idonee a minimizzare i fattori di rischio legati al paziente, la contaminazione batterica intraoperatoria e lo sviluppo dei microrganismi che, nonostante le corrette procedure di contenimento, possono determinare infezioni del sito chirurgico. Oggi sappiamo che alcuni pazienti sono maggiormente esposti ad infezioni: fra i fattori di rischio più diffusi ci sono l’obesità, il fumo, l’assunzione non moderata di alcool ed il diabete non compensato. “È molto importante, quindi, avere una vita sana, all'aria aperta, un’alimentazione equilibrata, ricca di vitamine e sostanze fresche ed evitare, ovviamente l'eccesso di fumo”, ha precisato l’esperto.
“La SIOT non poteva non aderire ad una campagna come ‘Punti di Differenza’”, ha concluso il Presidente della Società dimostrando apprezzamento per la modalità di comunicazione scelta dall’azienda che si pone l’obiettivo di arrivare ai più giovani “perché gli adulti si educano da bambini”.