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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Scienza e Farmaci

Ogm. Ue: "L'Italia non può bloccare culture già autorizzate". Assobiotec: “Ora spazio all’innovazione”

immagine 6 settembre - Uno Stato Ue non può bloccare la coltura di Ogm già autorizzate a livello comunitario in attesa dell'adozione da parte delle Regioni di norme sulla coesistenza tra le colture Ogm e quelle convenzionali. Lo ha affermato la Corte di giustizia Ue sulla causa intentata dalla Pioneer contro il ministero dell'Agricoltura.
"Le autorità italiane dal 2001 hanno adottato una politica legislativa tale da impedire la coltivazione del mais geneticamente migliorato. Che questa politica sia di fatto illegittima e contraria al diritto comunitario lo dimostra l'odierna sentenza della Corte di Giustizia europea, dalla quale appare evidente che sono stati lesi i diritti di scelta degli agricoltori ad adottare i frutti dell'innovazione biotecnologica, così come i diritti delle aziende sementiere ad introdurre le nuove varietà". Ad affermarlo Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec, che commenta così la sentenza emessa oggi dalla Corte di Giustizie Ue che stabilisce che uno stato membro dell'Ue, nel caso specifico l'Italia, non può bloccare la messa in coltura di Ogm già autorizzate a livello comunitario in attesa dell'adozione da parte delle Regioni di norme sulla coesistenza tra le colture Ogm e quelle convenzionali. La sentenza si riferisce, infatti, alla causa intentata dalla Pioneer contro il ministero delle Politiche Agricole che aveva negato l’autorizzazione a livello nazionale a coltivare mais ogm.

“Questa politica cieca – prosegue Sidoli - ha causato danni enormi: basti pensare che gli agricoltori italiani hanno perso in questi 11 anni di mancato progresso tecnologico centinaia di migliaia di tonnellate di mais a causa dei parassiti. Senza contare i gravi danni subiti dall’intera filiera produttiva dell'allevamento animale, colonna portante delle produzioni alimentari tipiche e di pregio, in termini di costi di produzione e di competitività. Nel caso del mais, l’applicazione delle biotecnologie ha permesso negli ultimi 15 anni di ottenere varietà migliorate, maggiormente sostenibili e perciò coltivate su più di 50 milioni di ettari nel mondo” continua il presidente di Assobiotec.

"Mentre negli Stati Uniti le autorità approvano nuove varietà di mais resistenti alla siccità, in Italia non solo non si coltiva, ma nemmeno si può sperimentare, grazie alle solite barriere legislative motivate da posizioni anti-scientifiche e ideologiche. Spero – conclude Sidoli - che la sentenza possa rappresentare un momento di riflessione e che si possa ricominciare a parlare di innovazione per i nostri coltivatori di mais, che per esperienza e capacità professionale sono tra i primi al mondo".
 
6 settembre 2012
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