“Una chirurgia mini-invasiva che sfrutta l’accesso naturale vaginale abbinata ad un approccio laparoscopico con tempi di ripresa più rapidi e senza lasciare cicatrici". Così l’Ulss 2 Marca Trevigiana descrive il principio alla base della tecnica chirurgica innovativa chiamata NOSES (natural orifice specimen extraction surgery), che permette di eseguire interventi laparoscopici senza incisioni sull’addome e che è stato utilizzato per la prima volta all’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso su una paziente con un tumore del colon e un prolasso dell’utero.
L’intervengo chirurgico è stato eseguito da un’équipe multidisciplinare della unità operativa complessa (UOC) di Chirurgia 2, diretta da
Giacomo Zanus, e della UOC di Ginecologia, diretta da
Enrico Busato. “Si tratta di una operazione particolarmente complessa. In laparoscopia abbiamo inizialmente asportato il tumore al colon e rimosso i linfonodi del mesocolon fino all’origine dei vasi mesenterici – ha spiegato in una nota il chirurgo che ha eseguito l’intervento, Giulio Santoro –. Successivamente il collega ginecologo dr. Candiotto ha eseguito l’isterectomia, sempre in laparoscopia. Abbiamo dunque rimosso sia l’utero che il colon dal basso attraverso la via transvaginale. Nuovamente per via laparoscopica è stata poi realizzata la anastomosi colorettale, che ha ricostruito il transito intestinale”.
“La tecnica con l’assenza di incisioni addominali permette di arrivare quasi ad un azzeramento del dolore post operatorio e alla riduzione dei tempi di degenza – sottolinea Zanus -. La paziente si è alzata dal letto già la sera stessa dell’intervento ed è stata dimessa in quarta giornata. Inoltre, alla degenza ridotta, si abbina anche il vantaggio estetico di una chirurgia senza incisioni e senza cicatrici”.
“Non facendo ricorso ad incisioni - indica Busato - si hanno non solo vantaggi estetici, ma anche notevole riduzione dei rischi di infezioni della ferita o di possibili ernie di parete. Le pazienti possono riprendere precocemente ogni attività fisica, lavorativa e sessuale”.
Commenta con orgoglio l’intervento il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. “Le tecniche mininvasive sono il presente e il futuro della chirurgia nella sanità veneta e ovunque si stanno registrando progressi e novità. Bravi, stavolta, al Cà Foncello di Treviso, ad applicare questa modalità d’intervento su una paziente molto complessa”, dichiara Zaia in una nota.
“Gli effetti della tecnica minivasiva – aggiunge il Governatore – sono tutti a vantaggio del malato: questa paziente è tornata a casa dopo quattro giorni, le si è potuto limitare al massimo il dolore e il sanguinamento. Piccoli grandi miracoli di una sanità moderna come quella veneta”.