“La battaglia contro il tumore si fa di giorno in giorno sempre più
di precisione, sia sul fronte della
diagnostica che della
terapia. Si cerca di intercettare le ‘mosse’ ulteriori del tumore per evitare che, diventando resistente alle terapie, torni a far danno. Nessuno può realisticamente affermare che la guerra contro questo nemico pervasivo e terribile sia vinta ovviamente, ma di certo i
progressi fatti anche negli ultimi anni sono unici e inediti nella storia dell’oncologia”, questo l’incipit del dossier predisposto oggi da Farmindustria in occasione del Worl Cancer Day per fare il punto su quelli che la stessa associazione delle aziende farmaceutiche, definisce come trend innovativi di ricerca in oncologia.
Dalla caratterizzazione microscopica – si legge nel dossier - si è passati negli ultimi anni alla
caratterizzazione molecolare dei tumori, quella che permette di leggere dietro le ‘apparenze’ dell’istologia, di individuare il tallone d’Achille del tumore e di prescrivere la terapia più mirata e personalizzata per quella forma neoplastica.
Mentre un altro importante passo avanti è rappresentato dalla cosiddetta
biopsia liquida, da sviluppare quale strumento di
routine nel monitoraggio della terapia oncologica non solo per il tumore del polmone ma anche per altre neoplasie, compresi i tumori rari, quello della mammella, del colon retto, della tiroide, della vescica, dei tumori cerebrali e testa-collo, dei sarcomi del melanoma, di alcuni linfomi.
Sul fronte delle terapie, nei numerosi centri clinici di eccellenza presenti anche in Italia è attivo anche il
Molecular Tumor Board (MTB), un
team di specialisti (oncologi, anatomo-patologi, patologi clinici, biologi molecolari, genetisti, bioinformatici) che valuta in maniera globale il genoma tumorale e prescrive
la giusta terapia al paziente giusto, nel momento giusto, anche al di fuori degli schemi terapeutici tradizionali.
Attraverso lo
screening di nuovi target terapeutici e l’individuazione di biomarcatori predittivi della progressione neoplastica, racconta ancora il dossier di Farmindustria, gruppi di ricerca tentano, inoltre, di ottenere una risposta clinica più duratura nei pazienti, anche con l'immunoterapia. Da alcuni anni usiamo la
tecnologia ‘organoid’, una sorta di miniatura di un tumore
in vitro, per sviluppare un trattamento personalizzato utilizzando una co-coltura di organoidi tumorali e di cellule T, ottenute dal sangue periferico dei singoli pazienti.
Tra il 2020 e il 2026, in accordo con i dati forniti dagli analisti di
Evaluate Pharma, si prevede che il settore farmaceutico a livello globale investirà in ricerca e sviluppo
1.600 miliardi di dollari. Di questi, l’80% sarà destinato a un
network tra soggetti diverse (imprese, enti pubblici,
start up, parchi scientifici, centri clinici). Una
grande opportunità per l’Italia, sottolinea Farmindustria, che potrà tradursi in un ulteriore aumento di occupazione e investimenti.
Visti i
trend in corso ormai da diversi anni, è probabile che una buona parte di questi
investimenti sarà fatta
nell’area oncologica per sviluppare progetti innovativi orientati a:
• potenzialità del
sequenziamento genico per le terapie personalizzate;
•
editinggenomico (
CRISPR);
•
terapie avanzate (terapie geniche, cellulari e di ingegneria tissutale) che permettono di modificare le proprie cellule per contrastare alcune forme di tumore o all’utilizzo delle cellule staminali (non embrionali) per la medicina rigenerativa;
• sistemi di
diagnosi predittiva in grado di identificare possibili
biomarcatori in una fase molto preliminare rispetto alle manifestazioni della patologia;
•
digitalizzazione dei genomidella popolazione per comprendere meglio i determinanti delle malattie e poter così intervenire più efficacemente su di esse;
• utilizzo dei
big data e dell’
intelligenza artificiale per migliorare le capacità di individuazione di
target molecolari specifici in breve tempo e a costi inferiori.
•
digital therapeutics,
software che ‘collaborano’ con il farmaco tradizionale per migliorare le terapie.
Oncologia: prima area di ricerca farmaceutica
In accordo con i dati forniti dalla
PhRMA nel 2020, l’oncologia è la
prima area di ricerca del settore biofarmaceutico, prova ne sia che i prodotti antineoplastici nelle fasi di sviluppo clinico oggi sono più di 1.300.
La maggior parte di questi farmaci riguarda immunoterapie e
next-generation biotherapeutics (terapie geniche, cellulari e nucleotidiche), le cosiddette
targeted therapies (terapie mirate/targettizzate) che rappresentano una ricca
pipeline focalizzata su più di 40 tipologie di tumori.
Anche in
Italia, l’oncologia rimane costantemente salda al primo posto per numero di sperimentazioni cliniche autorizzate. Secondo i più recenti dati AIFA disponibili (
Report pubblicato a dicembre 2020), i
trial autorizzati nel 2019 nell’area ‘Neoplasie’ sono stati
268 (il
40% del totale). Risultato ottenuto fondamentalmente grazie agli investimenti in ricerca clinica da parte delle aziende.
Il nostro sistema Paese, rimarca Farmindustria, è all’avanguardia nella ricerca in campo oncologico perché può contare su una massa critica di conoscenza costituita da professionisti, strutture del SSN, centri clinici e di ricerca, imprese, Università: una realtà che in
rete può dare vita a un
hub internazionale per la ricerca sanitaria intorno a delle infrastrutture strategiche condivise.
“L’oncologia è la prima area di ricerca a livello globale, con una pipeline indirizzata a più di 40 tipologie di tumore e con terapie sempre più mirate e personalizzate. E anche in Italia è al primo posto per numero di sperimentazioni cliniche autorizzate. Infatti, secondo gli ultimi dati Aifa, - sottolinea il presidente di Farmindustria
Massimo Scaccabarozzi - i trial nell’area ‘neoplasie’ nel 2019 sono stati 268 (il 40% del totale)”.
“Risultati importanti che testimoniano da una parte il grande sforzo delle imprese del farmaco, dall’altra la presenza di un ecosistema di ricerca – dai centri clinici alle Università – di assoluto valore. Puntare sulle Life Sciences e su un rodato e collaborativo network pubblico-privato può rappresentare una carta vincente per dare il giusto peso a un settore strategico come quello della salute. E servirà anche ad attrarre sempre nuovi investimenti, considerando che tra il 2020 e il 2026 saranno spesi in R&S nel mondo 1.600 miliardi di dollari”, conclude il presidente degli industriali del farmaco.