“Il dilagante fenomeno dei ritardi nell’effettuazione degli screening di prevenzione-diagnosi precoce, è oggi uno dei più dannosi e spesso irreparabili effetti che questa pandemia ha provocato anche su pazienti affetti da patologie tumorali”.
È questo il monito lanciato in occasione del
World Cancer Day del 4 febbraio da
Francesco Schittulli, presidente della
Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, che il prossimo 25 Febbraio celebrerà il suo centenario di attività quotidiana, al fianco dei malati di cancro e dei loro familiari.
“Fin dall’inizio dell’emergenza la linea verde nazionale Sos Lilt (800998877) ha messo a disposizione medici specialisti e psicologi per essere sempre più vicina ai cittadini, prestando loro ogni forma di assistenza socio-sanitaria. Considerevole, quanto altrettanto preoccupante è, a tal proposito, il dato che testimonia una brusca diminuzione delle visite di prevenzione (primaria, secondaria e terziaria), dei trattamenti e dello stesso follow-up. Tutto questo, naturalmente, a spese di una diagnosi precoce che troppo spesso, in questi ultimi due anni, ha compromesso sia la quantità che la qualità della vita, pregiudicando severamente la prognosi della malattia, con quanto ne consegue”.
Un’emergenza sanitaria che si aggiunge a quella in corso, sottolinea una nota Lilt e che rischia di divenire ancor più grave, “soprattutto a causa di un’altra annosa questione inerente la richiesta di abbattimento delle liste d’attesa per visite, test, analisi. Una severa criticità questa, emersa e pesantemente amplificata dall’attuale epidemia, laddove un intervento massiccio e mirato sul sistema sanitario potrebbe riuscire ad arginarne il crescente danno, oltre che puramente sanitario, anche economico e sociale”.
Di pari urgenza, prosegue la Lilt “è l’incisiva riattivazione degli screening (per i tumori del seno, del colon- retto e dell'utero), all’insegna di una drastica riduzione della continua asfissiante burocrazia come primo intervento, che sempre più mortifica e penalizza ad oggi cittadini, pazienti ed operatori sanitari. Tutto questo anche attraverso il coinvolgimento attivo e diretto dei presidi e delle strutture convenzionate-private (come accaduto per il Covid19), e riconsiderando il valore della di medicina territoriale con poliambulatori di prossimità per tutte le patologie più diffuse: oncologiche, cardiorespiratorie, metaboliche, neurodegnerative, a garanzia della più longeva e migliore qualità di vita.
Fondamentale, a tal proposito, anche un’adeguata rimodulazione rispetto alle fasce di età coinvolte negli screening, prevedendo un abbassamento degli attuali standard, considerati ormai quasi inadeguati rispetto al dilagare della malattia, soprattutto a fronte di eventuali familiarità, ma anche alla luce degli ultimi dati che ne testimoniano l’insorgenza in fasce sempre più giovani, nonché dell’accresciuta aspettativa di vita”.