L'arrivo della variante Omicron in Europa sembra aver innescato un vero e proprio corto circuito comunicativo sull'efficacia degli attuali vaccini contro il Covid. Aziende e istituzioni sanitarie e scientifiche sembrano mandare messaggi spesso in contraddizione tra loro alimentando un clima di caos.
Questa mattina a far scalpore è stata l'intervista rilasciata al
Financial Times dal Ceo di Moderna,
Stephane Bancel. "Non c’è modo che l’efficacia dell'attuale vaccino sia allo stesso livello che abbiamo avuto con Delta. Penso che sarà minore, non so quanto, perché dobbiamo aspettare i dati, ma tutti gli scienziati con cui ho parlato ritengono che ’non andrà bene”. Bancel ha inoltre aggiunto che l’elevato numero di mutazioni che il virus utilizza rende probabile che l’attuale vaccino debba essere modificato. E per modificarlo saranno necessari "diversi mesi".
Molto meno pessista è apparso il vicepresidente senior di Pfizer-Biontech,
Katalin Karikó: "Il vaccino probabilmente non protegge dall'infezione perché abbiamo avuto dei casi, ma sembra protegge dalla terapia intensiva. Ci sono più livelli di protezione: la positività, i sintomi, il ricovero in ospedale, la rianimazione. Ma la situazione è in continua evoluzione, molto difficile da prevedere. Vedo molti colleghi fare esternazioni più o meno rassicuranti ma sono solo speculazioni. Nessuno sa con esattezza cosa accadrà. Una cosa però si può dire: quando venne scoperta la variante Delta, molte persone corsero a vaccinarsi e fecero bene. Perché più persone si vaccinano e meno possibilità ha il virus di evolvere e mutare. E quindi di continuare a diffondersi”.
E proprio quest'ultimo sembra essere un punto centrale. Infatti le dichiarazioni di Bancel sulla più che probabile inefficacia degli attuali vaccini rischiano di spingere diverse persone ad attendere l'arrivo dei vaccini aggiornati per farsi somministrare la prima o terza dose. Quanto alle tempistiche per avere questi vaccini aggiornati, l'AD di Moderna ha spiegato che saranno necessari "diversi mesi". E' stata più precisa invece la
direttrice esecutiva dell'Ema,
Emer Cooke che ha parlato di una produzione e autorizzazione "in 3-4 mesi".
Sempre in mattinata poi,
Jonathan Van-Tam, deputy chief medical officer sul Covid nel Regno Unito, in conferenza stampa ha spiegato che se Omicron dovesse aggirare i vaccini lo farebbe per l'infezione. Mentre "si spera che sarebbero piccoli gli effetti sulla malattia grave". Ma questo dato diventerà una certezza "solo nelle prossime settimane".
Provando a fare la 'tara' sulle varie divergenze comunicative delle aziende produttrici di vaccini, possiamo dire che al momento gli attuali vaccini sembra possano essere aggirati dalla variante Omicron per quanto riguarda l'infezione, non vi sono invece ad oggi evidenze su una loro inefficacia per quel che riguarda la protezione da malattia grave e morte. E si dovranno attendere chiarimenti proprio su quest'ultimo punto prima di rendere concrete le ipotesi sulla necessità di un aggiornamento dei vaccini.