19 giugno -
La decisione del Governo Federale della Svizzera in merito alla rimborsabilità delle medicine complementari “avrà un’importantissima ricaduta sia in materia di registrazione e autorizzazione di nuovi medicinali, sia per quanto riguarda lo stato giuridico dei professionisti - medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti - sia sul piano dell’insegnamento universitario di queste quattro discipline, con istituzione di cattedre universitarie autonome, come chiediamo da tempo anche in Italia, e infine anche dal punto di vista dell’impulso alla ricerca scientifica, che avrà finalmente nuovo impulso”, lo afferma, in una nota Marco Del Prete, presidente dell’Amiot, Associazione Medica Italiana di Omotossicologia.
Nella stessa nota Paolo Roberti di Sarsina, medico psichiatra, già esperto per le Medicine Non Convenzionali del Consiglio Superiore di Sanità e Coordinatore del Master in Sistemi Sanitari e Medicine Non Convenzionali dell’Università di Milano Bicocca, evidenzia come la decisione del Governo Federale Svizzero “consentirà a tutte le persone che non possono sostenere i costi di un’assistenza sanitaria integrativa privata, di ricevere a totale carico dello stato federale il rimborso delle prestazioni sanitarie e delle prescrizioni di farmaci relative ai 4 sistemi di salute e cura su base antropologica riconosciuti e regolamentati. Si tratta di una decisione esemplare, volta ad annullare disuguaglianze di salute nell’ambito delle medicine non convenzionali”.
19 giugno 2017
© QS Edizioni - Riproduzione riservata