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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Le reazioni all'ultimatum di Aifa. Sì dalla politica, dai medici e dai pazienti

17 febbraio - Un plauso all'Aifa sull'ultimatum a Gilead per ottenere prezzi più bassi per il rinnovo della fornitura di Sovaldi e Harvoni per la cura dell'Epatite C arriva sia dalla politica che dalla Fnomceo e dalle Associazioni di pazienti. Giulia Grillo (M5S), Anna Miotto (Pd), Marisa Nicchi (Si), Roberta Chersevani (Fnomceo)Ivan Gardini (EpaC Onlus), contattati dalla nostra redazione hanno appoggiato la scelta annunciata dal Dg Aifa, Mario Melazzini, chiedendo al contempo l'avvio di un Piano per l'eradicazione totale dell'Epatite C.
 
Giulia Grillo (M5S): "Finalmente! Due anni di pressing da parte nostra con interrogazioni in commissione e question time in Aula hanno prodotto qualcosa. A questo punto viene però da chiedersi come mai non si sia fatto prima questo passo. Non si sta parlando oggi di una posizione conseguente alla scadenza di un brevetto. La stessa decisione poteva essere presa da Aifa già dallo scorso giugno. Detto questo, siamo i primi sostenitori di questa posizione espressa da Melazzini, purché il prezzo per trattamento sia di 4mila euro lordi, altrimenti si proceda immediatamente a conferire il mandato allo stabilimento farmaceutico militare di Firenze per la produzione in proprio. L'obiettivo deve poi essere l'avvio di un Piano nazionale per l'eradicazione della malattia.

C’erano tanti meccanismi a cui l’Aifa da una parte, e il Ministero della Salute dall’altra, avrebbero potuto ricorrere per contenere Gilead. Perché, ricordiamolo, in Italia abbiamo speso circa 2 mld di euro per trattare 50mila pazienti, e questa è una cosa ridicola. E’ vero che l’Aifa è un’Agenzia autonoma, ma la stessa ministra Lorenzin avrebbe potuto fare molto di più, ad esempio approfondendo il possibile ricorso alla clausola dell’emergenza nazionale per motivi di salute pubblica, peraltro richiamata già lo scorso ottobre in un’interrogazione in commissione dall’ex sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo. Il Ministero avrebbe dovuto in tal senso valutare già da molto tempo il possibile ricorso al TRIPs per ponderare, da una parte i risparmi ottenibili e dall’altra il rischio economico derivante da un eventuale ricorso da parte di Gilead”.
 
Margherita Miotto (Pd): "Questa è un’iniziativa molto interessante, ora bisogna assolutamente proseguire su questa strada che, tra l’altro, avevamo già auspicato nei mesi scorsi in una mozione approvata in Parlamento. Se c’è la giusta determinazione anche gli obiettivi più ambiziosi diventano raggiungibili. Sicuramente potrà giocare un ruolo importante nell’abbassamento del costo delle terapie contro l’epatite C la presenza sul mercato di diversi farmaci efficaci. Per questo considero giusto il prezzo proposto dal Direttore Melazzini, spendere di più sarebbe davvero incomprensibile oggi. A questo punto, e con i prezzi più bassi, il prossimo step dev’essere quello di lanciare finalmente un Piano di eradicazione per questa patologia”.
 
Marisa Nicchi (Si): "Questa è un’ottima notizia, frutto di una battaglia parlamentare e sociale che portiamo avanti da diverso tempo. Finalmente, se il tutto dovesse tradursi in reali prezzi più bassi e non solo in un annuncio da parte di Aifa, il diritto alla salute verrebbe prima degli interessi economici. Anzi, dico di più, mi auguro che questo possa essere un ‘apripista’ per tutti quei farmaci innovativi dall’altissimo costo, e non solo per quelli per l’epatite C. A questo punto, se si riuscissero a strappare questi prezzi, si deve iniziare a parlare di un Piano per l’eradicazione totale della malattia”.
 
Ivan Gardini (EpaC Onlus): "Questa proposta da Aifa è un tipo di trattativa che a noi piace molto. Dirò di più, l’avevamo suggerita da tempo all'Agenzia sulla scorta di quanto già accaduto in Australia. Il ‘nocciolo’ della questione è quello di chiedere all’azienda un buon prezzo offrendo, però - e mettendolo nero su bianco - il trattamento a tutti i pazienti, eliminando dunque quelle barriere oggi esistenti. In questo modo tutti i pazienti potrebbero essere trattati e, al contempo, le aziende avrebbero la possibilità di continuare a far profitto sui volumi.
 
Quanto all’aumento dei centri di cura, credo e spero che questo punto ci sia già un accordo con le Regioni visto che saranno poi loro, e non Aifa, a dover rendere possibile questo. Insomma, noi facciamo il tifo per l’Ente regolatorio. Detto questo, ci arrabbieremo solo se, come dicevo, a fronte di prezzi più bassi non venissero rimosse tutte le attuali barriere per l’accesso alle terapie”.
 
Roberta Chersevani (Fnomceo): “Accolgo con soddisfazione la presa di posizione del DG dell’Alfa Malazzini riguardo ai prezzi delle terapie per l’Epatite C  perché va a correggere una disequità nell’accesso alle cure che è eticamente intollerabile, sia in relazione a quanto scritto nella nostra Costituzione sia perché mina profondamente la relazione di cura tra medico e paziente. In Italia i portatori cronici del virus dell’epatite C sono oltre un milione di cui 330mila con cirrosi. Occorre poter offrire loro questa terapia irrinunciabile, che riesce ad eradicare il virus, salvaguardando la sostenibilità economica per il Ssn. Proprio per questo, nel settembre 2016, il Consiglio nazionale della Fnomceo aveva approvato un odg nel quale si chiedeva al ministro della Salute di perseguire con ogni mezzo legislativo l’estensione dell’accesso alle terapie anti epatite C“.
 
Giovanni Rodriquez
17 febbraio 2017
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