9 novembre -
“Le nostre imprese investono centinaia di milioni di euro all'anno in ricerca, sviluppando prodotti innovativi che contribuiscono a curare al meglio un numero sempre maggiore di pazienti e nel contempo riducono significativamente il costo complessivo di gestione di determinate patologie. A fronte di tale sforzo, i tagli lineari, il contenimento della spesa sanitaria e gli acquisti standardizzati limitano fortemente l’accesso dell’innovazione tecnologica nel nostro Paese, col rischio di far arretrare il Sistema sanitario nazionale in termini di tecnologia utilizzata. Peraltro, chi governa la spesa sanitaria pubblica è costretto a confrontarsi con la grande sfida delle risorse ‘finite’, che determinano necessariamente delle scelte di priorità. È quindi necessario che il SSN si doti di nuove modalità di valutazione e riconoscimento dei dispositivi innovativi appena immessi sul mercato, innanzitutto differenziando un’evoluzione di prodotto dalla vera innovazione tecnologica e garantendo a quest'ultima un accesso tempestivo, appropriato e sostenibile a beneficio dei pazienti. Tutto questo sarà possibile solo se verranno definiti metodi e processi gestiti a livello centrale, con regole di governance chiare e condivise da tutti gli attori del sistema, sia a livello centrale che regionale". Questi, in sintesi, i temi affrontati oggi da
Luciano Frattini, Vicepresidente di Assobiomedica, nel suo intervento di apertura della tavola rotonda “Governo dell'Innovazione nel settore dei dispositivi medici: riflessioni e proposte”, che si è tenuta oggi a Roma nell’ambito del 100° Congresso nazionale della Società italiana di ortopedia e traumatologia (SIOT).
“Per garantire ai cittadini equità di accesso a prestazioni e tecnologie innovative – ha dichiarato il Vicepresidente di Assobiomedica – sarebbe importante intervenire su tre aspetti fondamentali: il tempestivo riconoscimento dell’innovazione, garantito dall’introduzione di codici specifici che consentirebbero il monitoraggio degli esiti e la razionalizzazione delle risorse attraverso investimenti su tecnologie spesso cost-saving; la valutazione dei nuovi dispositivi con processi strutturati sulla base del reale fabbisogno, sfruttando competenze regionali, ove disponibili, coordinate da un regia nazionale; l’introduzione di politiche di acquisto appropriate e sostenibili, che pur in una logica di ottimizzazione degli investimenti, possano garantire al mondo medico-scientifico l'adeguato accesso alle innovazioni tecnologiche validate. In questo contesto, il rapporto tra industria e clinici è da considerarsi fondamentale, la prima nel ruolo di partner tecnologico, i secondi nel ruolo chiave di validatori dell'appropriatezza clinica delle nuove tecnologie innovative. Non meno rilevante dovrà essere il coinvolgimento delle associazioni dei pazienti, quali portatori ‘attivi’ della loro esperienza diretta sulle innovazioni introdotte”.
“La recente istituzione del tavolo dell’innovazione da parte del Ministero della Salute, fortemente voluto da Assobiomedica – ha concluso Frattini – rappresenta un importante punto di partenza per definire omogenei percorsi di valutazione delle nuove tecnologie e per individuare modelli di governance per i dispositivi realmente innovativi. In questo modo sarebbe garantita una gestione appropriata e razionale delle risorse, favorendo al tempo stesso l’accesso dei cittadini alle cure innovative”.