14 luglio -
“L’aumento della spesa farmaceutica territoriale comunicato dal Direttore generale dell’Aifa,
Luca Pani, costituisce effettivamente un segnale d’allarme. Non solo per le finanze pubbliche, ma soprattutto per i cittadini su cui ricade una quota non indifferente della spesa farmaceutica”, ha detto il presidente di AssoGenerici
Enrique Hausermann.
“Una parte almeno di questa maggiore spesa, però, potrebbe essere evitata. Secondo i dati del nostro 'salvadanaio' i cittadini italiani da gennaio a giugno hanno speso 456 milioni di euro per pagare la differenza di prezzo farmaco tra generico e originale a brevetto scaduto, e già 34 milioni nella prima settimana di luglio - ha aggiunto il presidente di AssoGenerici. Una spesa di difficile comprensione, visto che esiste una notevole variabilità tra una Regione e l’altra se non tra un’Asl e l’altra”.
Del resto è stato lo stesso Pani a indicare come la quota di medicinali equivalenti dispensata in Italia, il 14,9%, sia molto più bassa di quella dei paesi europei di riferimento. “Come sottolineato dall’Aifa, sono in arrivo nuovi farmaci molto importanti, per i quali si rischia di non avere risorse sufficienti. E’ venuto il momento di aumentare il risparmio laddove è possibile senza mettere a repentaglio né la qualità né la sicurezza e l’efficacia delle cure - ha concluso Hausermann -. Un più ampio ricorso a equivalenti e biosimilari è oggi più che mai la chiave per poter garantire ai cittadini l’accesso ai salvavita di domani”.