10 luglio -
Nella recente comunicazione EFSA (http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/140701.htm), sono riportate anche le valutazioni precedenti in merito alla presenza di acrilammide in alcuni alimenti - soprattutto cotti a temperature superiori a 120°C e ad alto contenuto di amidi - e agli eventuali rischi per la salute. Eccole.
"Nel 2002 il disciolto comitato scientifico dell’alimentazione umana (SCF) della Commissione europea ha pubblicato un parere scientifico sull’acrilammide negli alimenti, giungendo alla conclusione che le informazioni all’epoca disponibili fossero insufficienti a determinare il rischio effettivo per i consumatori. Nel 2005, una dichiarazione del gruppo di esperti scientifici CONTAM dell’EFSA ha convalidato una valutazione del rischio eseguita dal comitato congiunto FAO/OMS di esperti sugli additivi alimentari (JECFA), che indicava una preoccupazione per la salute umana dovuta allo sviluppo di tumori e l’impossibilità di escludere potenziali effetti nocivi dell’acrilammide sul sistema nervoso per alcuni individui con esposizione alimentare elevata. Ha raccomandato quindi l’attuazione di misure per ridurre l’esposizione. Nel 2010, il comitato JECFA ha confermato la valutazione precedente. Tra il 2009 e il 2012 l’EFSA ha pubblicato quattro relazioni sui livelli di acrilammide negli alimenti. Nella sua relazione del 2011, l’Autorità ha stimato inoltre l’assunzione di acrilammide per diverse fasce d’età".
10 luglio 2014
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