30 settembre -
La stretta congiunzione tra malattie oncologiche e nefrologiche è un problema che interessa sempre di più la medicina: diversi studi hanno dimostrato come l'uso dei farmaci antitumorali nei pazienti oncologici porti inevitabilmente, nel breve o nel lungo termine, a sviluppare una sindrome renale; e allo stesso tempo, i soggetti che soffrono di insufficienza renale, specialmente quando sottoposti a trapianto, hanno una probabilità significativamente maggiore di sviluppare una neoplasia rispetto alla popolazione comune. A occuparsi di questo problema è una nuova disciplina, la onconefrologia, considerata la nuova frontiera della medicina. Proprio di questa materia si è parlato nel simposio congiunto tra Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e Società Italiana di Nefrologia (SIN) organizzato nel corso del Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia in corso a Firenze.
“Tutte le terapie oncologiche presentano inevitabilmente degli effetti collaterali e quello più temibile è a danno del rene, poiché quando si verifica un disturbo a carico del rene si riduce nettamente l'efficacia terapeutica del farmaco e, allo stesso tempo, aumenta il rischio di mortalità dei pazienti per insufficienza renale” ha chiarito Giovambattista Capasso, Presidente della Società Italiana di Nefrologia (SIN). Il medico si trova di conseguenza di fronte a un bivio: sospendere la terapia oncologica per salvaguardare il rene oppure continuare la terapia con tutti i rischi che questa comporta. Prosegue Capasso: “Si tratta di una questione aperta, emersa principalmente negli ultimi anni in conseguenza della maggiore aspettativa di vita dei pazienti in dialisi e oncologici. Per questo noi della SIN siamo tra i primi al mondo, assieme agli statunitensi, ad aver formato un gruppo di studio sul tema della onconefrologia, una disciplina che rappresenta la nuova frontiera della medicina e orientata ad offrire ai pazienti neoplastici con insufficienza renale gli approcci terapeutici migliori”.
Se da un lato il ricorso ai farmaci antitumorali può avere conseguenze sul rene, inoltre, è pur vero che il tumore rappresenta una delle prime cause di decesso per i pazienti sottoposti a trapianto di rene. Un dato che evidenzia ancor di più la stretta congiunzione tra malattie oncologiche e nefrologiche. “Il nostro obiettivo è innanzitutto quello di porre l'attenzione sul problema, dopodiché cercare di capire la grandezza del fenomeno, infine trovare soluzioni adeguate per i pazienti, ad esempio stimolando la ricerca su farmaci neoplastici che non siano lesivi per il rene” ha concluso Capasso. Assieme all'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), la SIN si appresta quindi ad avviare un progetto di studio pionieristico e orientato verso nuove prospettive nell'ambito della nefrologia e dell'oncologia.
30 settembre 2013
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