13 settembre -
La classifica tenta di stimare cosa facciano le aziende per portare farmaci, vaccini, test diagnostici e altre tecnologie sanitarie in 93 paesi a PIL basso o medio-basso, più 10 paesi a PIL più alto, ma che hanno al loro interno grandi disparità nello sviluppo, come ad esempio l'Algeria, la Cina, la Giordania, il Sud Africa e la Tailandia.
Il ranking tiene conto di farmaci per diverse malattie, comprese 10 malattie trasmissibili, le 10 malattie non trasmissibili che hanno il peso maggiore nei paesi in via di sviluppo, 14 malattie tropicali neglette e alcune condizioni materne o neonatali. La classifica è stilata in base alle informazioni riportate dalle aziende, che vengono poi confrontate con quelle di altre fonti e sottoposte a revisione peer-reviewed da parte di esperti.
L'indice ha 101 indicatori, divisi per sette aree tecniche, monitorate per i due anni precedenti alla pubblicazione: organizzazione e gestione generale dei programmi di accesso (che conta per il 10% sul punteggio in classifica); relazione con i governi, i competitors, gli utenti e il pubblico in generale (10%); ricerca e sviluppo di prodotti rilevanti (20%); politiche relative ai prezzi e alla distribuzione (25%); politiche relative a brevetti e licenze (15%); avanzamenti di disponibilità nei paesi in via di sviluppo (10%); donazione di prodotti o altre attività filantropiche (10%). In ognuna di queste aree sono misurati quattro aspetti principali: il livello di impegno dell'azienda (che conta per il 25%); trasparenza riguardo politiche e attività (25%); attività e performance reali (40%); innovatività delle attività (10%).
13 settembre 2013
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