Siaarti: “Antibiotici mirati per contrastarla. Le nuove linee guida”
Nel mondo, ogni 3-4 secondi qualcuno muore di sepsi. Ecco quindi che in occasione della Giornata mondiale della sepsi, che si celebra il 13 settembre, la Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) presenta le nuove linee guida che affrontano la necessità di avviare rapidamente una terapia antibiotica mirata per ridurre la mortalità correlata a tale condizione.
Le Linee Guida indicano un percorso chiaro, ma sottolineano anche che occorre investire in una formazione adeguata e nell'organizzazione dei laboratori di analisi, che dovrebbero garantire un’attività sempre più estesa nell’arco della giornata, per garantire diagnosi tempestive. Una gestione più rapida ed efficiente della terapia antibiotica – spiega la Siaarti - non solo abbatterebbe la mortalità, ma ridurrebbe anche i costi sanitari, migliorando la cura dei pazienti critici e accorciando i tempi di degenza.
La sepsi - si legge in una nota - si manifesta quando la risposta immunitaria a un’infezione, come una polmonite o una diarrea, provoca danni agli organi e ai tessuti e colpisce ogni anno 47-50 milioni di persone, provocando più di 11 milioni di morti: 1 decesso su 5, nel mondo, è associato alla sepsi. “Si tratta di una vera emergenza sanitaria che - spiega Antonino Giarratano, presidente Siaarti - solo in Italia, colpisce circa 250mila persone all’anno, con un tasso di mortalità del 25% (circa 50 mila morti nel 2015, 70 mila nel 2020, l’anno del Covid). Per questo Siaarti, già dal 2021 si è impegnata nell’elaborazione di una linea guida multidisciplinare sul management della sepsi e dello shock settico nel paziente adulto, insieme ad altre società scientifiche come quelle dei microbiologi (Amcli e Sim), degli infettivologi (Simit e Sita), dei medici di emergenza-urgenza (Simeu) e dei farmacologi (Sif)”.
Il lavoro “è stato molto lungo - aggiunge Andrea Cortegiani, responsabile del Comitato scientifico Siaarti e membro del panel di esperti che ha elaborato il documento - e la linea guida ha infine visto la luce nel luglio 2024, quando è stata pubblicata sul sito dell’Istituto superiore di sanità. In vista della ricorrenza della Giornata Mondiale della sepsi abbiamo ritenuto opportuno organizzare un webinar di presentazione del documento, che resterà disponibile online nei mesi successivi”.
“La linea guida - precisa Daniela Pasero, responsabile della sezione Siaarti ‘Infezioni e sepsi’ – sottolinea l'importanza di ridurre il tempo diagnostico (Turn-around-time) grazie ai test rapidi, per identificare rapidamente il patogeno e la sua resistenza agli antibiotici”. Infatti, “la sepsi è una patologia tempo-dipendente - osserva Gianpaola Monti, responsabile del comitato scientifico Siaarti - La diagnosi precoce e l'avvio tempestivo di una terapia mirata sono cruciali per ridurre la mortalità. Una diagnosi rapida ci permette inoltre di evitare un’esposizione eccessiva agli antibiotici, che può portare allo sviluppo di antibiotico-resistenza e ridurre gli effetti avversi degli antimicrobici”.
In Italia, la resistenza agli antibiotici è tra le più alte in Europa. Ogni anno, quasi 300mila pazienti contraggono infezioni da batteri resistenti, con circa 7mila decessi. “Gli antibiotici - chiarisce Marco Falcone, infettivologo - sono prescritti troppo spesso senza una formazione adeguata e senza alcuna utilità, sia sul territorio sia in ospedale. Nel caso della sepsi, l'antibiotico è invece essenziale ed è necessario scegliere quello giusto basandosi su riscontri microbiologici rapidi, per quanto riguarda sia l’identificazione del germe sia quella dei meccanismi di resistenza”.
Come puntualizza la microbiologa Stefania Stefani, “la ricerca e l’analisi della letteratura dimostrano che una rapida identificazione microbica migliora l'esito nei pazienti con sepsi. Nonostante il numero più limitato di studi, l’utilizzo di test rapidi è la direzione da seguire anche per l’antibiogramma”.
Le Linee Guida Siaarti indicano quindi un percorso chiaro, ma occorre investire in una formazione adeguata e nell'organizzazione dei laboratori di analisi, che dovrebbero garantire un’attività sempre più estesa nell’arco della giornata, per garantire diagnosi tempestive. “Una gestione più rapida ed efficiente della terapia antibiotica - conclude la nota - non solo abbatterebbe la mortalità, ma ridurrebbe anche i costi sanitari, migliorando la cura dei pazienti critici e accorciando i tempi di degenza”.