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QS Edizioni - domenica 22 dicembre 2024

Che cos'è la pertosse

23 maggio -

La pertosse, detta anche tosse convulsa o tosse canina, è una infezione delle vie respiratorie altamente contagiosa causata dal batterio Bordetella pertussis. Altri batteri del genere Bordetella come Bordetella parapertussis e Bordetella holmesii, possono, anche se raramente, provocare disturbi simili ma più lievi. La pertosse colpisce individui di tutte le età ma prevalentemente bambini di età inferiore ai 5 anni; i lattanti con meno di 6 mesi sono più a rischio di contrarre una forma grave della malattia, che può anche condurre a morte. A differenza delle altre malattie infantili, l'immunità acquisita in seguito all'infezione naturale o con la vaccinazione non è definitiva, ma diminuisce col tempo.

La pertosse è sempre presente (endemica) in tutto il mondo e mostra picchi nel numero di casi ogni 3-5 anni. La maggior parte di essi si verifica nel periodo estivo-autunnale. Secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013 la malattia ha causato 63.000 morti tra i bambini con meno di 5 anni. La maggior parte risiedeva nei Paesi in via di sviluppo, dove la vaccinazione è meno diffusa.

In Italia, l’introduzione del vaccino contro la pertosse ha permesso di ridurre notevolmente il numero di malati e di morti: i dati più recenti indicano che nel 2017 le coperture vaccinali erano del 94,5% per i bambini di 24 mesi e dell’88,6% per i bambini di 5-6 anni; invece per gli adolescenti di 18 anni di età (nati nel 1999) le coperture vaccinali erano notevolmente più basse (66,7 %).

La pertosse è diffusa in tutto il mondo ma nei paesi in cui è stata introdotta la vaccinazione nell'infanzia il numero di nuovi casi si è drasticamente ridotto. Oggi, il 90% dei casi di pertosse compare nei paesi con basse coperture vaccinali. Tuttavia, anche in paesi in cui la vaccinazione per la pertosse è praticata si verificano casi di pertosse. Si ipotizza che ciò sia dovuto alla mancata effettuazione delle opportune dosi di richiamo, che ha determinato la perdita progressiva dell'immunità conferita dal vaccino, o da caratteristiche dei batteri circolanti. Un'adeguata cura antibiotica permette la guarigione in circa quindici giorni.

Il batterio della pertosse causa infezioni delle vie respiratorie che possono essere poco riconoscibili, ma anche estremamente gravi, specie se colpiscono un neonato. La pertosse ha un periodo di incubazione di 7-10 giorni. Se non ci sono complicazioni, la malattia dura solitamente 6-10 settimane e causa disturbi (sintomi) diversi in base ai differenti stadi che la caratterizzano.

Stadio catarrale

La comparsa della malattia si manifesta con disturbi (sintomi) simili a quelli di un raffreddore, come naso che cola, occhi rossi e lacrimosi, mal di gola, tosse lieve accompagnata da qualche linea di febbre; tali disturbi (sintomi) durano da 1 a 2 settimane. L'attacco di tosse può far diventare il viso molto rosso e potrebbe causare un leggero sanguinamento sotto la pelle o negli occhi. I bambini piccoli, se hanno difficoltà a respirare, possono diventare di colorito blu (cianosi) per un breve periodo. Nei bambini molto piccoli, la tosse può non essere particolarmente evidente, ma possono verificarsi brevi periodi di assenza di respirazione (apnea).

Stadio parossistico/convulsivo

La tosse diventa intensa e incontrollabile (parossistica) e si associa a difficoltà a respirare. In assenza di cure questa fase dura, in genere, 1-6 settimane ma può permanere per oltre 2 mesi. In seguito agli attacchi di tosse si possono verificare anche assenza di respirazione, colorito blu e vomito. In questa fase della malattia gli attacchi parossistici di tosse si concludono con un tipico suono emesso per riprendere aria, il cosiddetto urlo inspiratorio, e con l'espulsione di catarro molto denso e vischioso. Possono essere seguiti da conati di vomito. Nei bambini molto piccoli può mancare l'urlo inspiratorio e al suo posto possono comparire assenza di respirazione, colorito blu e soffocamento.

Stadio della convalescenza

Questa fase ha inizio, di solito, entro 4 settimane ed è caratterizzata dall'attenuarsi dei disturbi (sintomi) e dal miglioramento delle condizioni generali.

Diagnosi

L'accertamento (diagnosi) della pertosse nelle prime fasi può essere difficile perché i segni e i disturbi (sintomi) che causa sono simili a quelli di altre comuni malattie respiratorie, come il raffreddore, l'influenza o la bronchite.

Per accertarla possono essere necessari esami medici che includono:

  • coltura batterica: il medico passa un tampone o aspira il catarro che si trova nella parte interna del naso (rinofaringe) e lo mette in speciali terreni di coltura per verificare se cresce il batterio della pertosse (Bordetella pertussis)
  • reazione a catena della polimerasi (PCR): si tratta di un esame più sofisticato che può essere eseguito sullo stesso campione prelevato dal nasofaringe. Il test PCR è più rapido e sensibile della coltura per rilevare la presenza del batterio della pertosse
  • esami del sangue: viene prelevata una piccola quantità di sangue e inviata a un laboratorio per eseguire l'emocromo e controllare il numero dei globuli bianchi. I globuli bianchi, infatti, aumentano in caso di infezioni. Si tratta di un test a carattere generale e non specifico per la pertosse
  • radiografia del torace: può essere necessaria per rilevare se la pertosse abbia causato una polmonite
  • esami sierologici: nei casi dubbi, la pertosse può essere accertata (diagnosticata) a distanza di due o tre settimane dall'infezione acuta, mediante test sierologici, vale a dire misurando gli anticorpi specifici presenti nel sangue. Tali test possono essere utilizzati anche per accertare la pertosse nei bambini più grandi, negli adolescenti e negli adulti.
Terapia

La terapia si basa sull'utilizzo di antibiotici, in genere eritromicina o antibiotici della stessa classe. La cura antibiotica iniziata prima della fase in cui la tosse diventa intensa e incontrollabile (fase parossistica) abbrevia il tempo di contagio e la durata della malattia, ma i disturbi (sintomi) non sempre vengono ridotti. Nelle persone curate con antibiotici, il periodo di infettività termina circa 5 giorni dopo l’inizio della terapia, mentre nelle persone non curate la possibilità di contagiare gli altri dura fino a 3 settimane. Per alleviare i disturbi (sintomi), possono essere prescritti anche farmaci antitosse, sedativi, e farmaci antispasmo. Nei neonati e nei bambini piccoli, in genere, è necessario il ricovero in ospedale perché i disturbi (sintomi) sono più gravi e la malattia è più pericolosa.

Prevenzione

Il modo migliore per prevenire la pertosse è la vaccinazione in età infantile.
Il vaccino esavalente viene, in genere, somministrato entro il primo anno di vita (leggi la Bufala) e protegge da difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B (HB) ed haemophilus influenzae di tipo b (Hib) (leggi la Bufala). Si somministra con una iniezione intramuscolo secondo un calendario ben preciso:

  • prima dose a 3 mesi di età
  • seconda dose a 5 mesi di età
  • terza dose a 11-12 mesi di età

Il calendario vaccinale in Italia prevede, un richiamo obbligatorio per i bambini in età pre-scolare (6 anni) e per gli adolescenti nati dal 2001 in poi.
Dato che la pertosse è più grave e può essere anche mortale nei neonati e nei lattanti fino a 6 mesi e in genere nei bambini al di sotto di 1 anno, viene consigliata la vaccinazione della madre al terzo trimestre di gravidanza per proteggere i bambini prima che completino il ciclo di immunizzazione (leggi la Bufala). Gli anticorpi materni, infatti, passano al nascituro attraverso la placenta.

Prevenzione con antibiotici (profilassi)

Se si è stati a contatto con persone malate di pertosse, il medico potrebbe consigliare di prendere antibiotici per proteggersi dall'infezione nei seguenti casi:

  • gravidanza
  • bambino non vaccinato e con meno di 12 mesi di età
  • salute a rischio di gravi malattie o complicazioni, ad esempio nei casi di sistema immunitario indebolito

Complicazioni

Adolescenti e adulti spesso guariscono dalla pertosse senza problemi.

Le complicazioni possono essere dovute agli accessi di tosse e consistere in:

  • costole incrinate
  • ernie addominali
  • rotture dei vasi sanguigni nella pelle o nel bianco degli occhi
  • sanguinamento dal naso

Poiché i neonati e i bambini piccoli hanno un maggior rischio di avere complicazioni causate dalla pertosse, è più probabile che abbiano bisogno di ricovero ospedaliero.

Le complicazioni più gravi sono costituite da sovrainfezioni batteriche che possono portare a:

  • otite
  • polmonite
  • bronchite
  • complicazioni neurologiche (crisi convulsive, encefalite)

Nel neonato e nei bambini al di sotto di 1 anno, la pertosse può essere addirittura mortale.


fonte: ISS Salute

23 maggio 2024
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