Malavasi (Pd): "Da Aifa scelta politica, minata la sua indipendenza"
"Ritengo molto curioso che il CDA di Aifa - la cui riforma non è stata ancora attuata - abbia chiesto ulteriori chiarimenti al CTS e al CPR che avevano già espresso un parere tecnico-scientifico estremamente approfondito e articolato sulla rimborsabilità di farmaci largamente utilizzati e sicuri. Pare evidente che la decisione dell'AIFA di dire stop alla gratuità della pillola anticoncezionale sia esclusivamente politica e frutto di pressioni esercitate da parte del governo". Così Ilenia Malavasi, deputata del Pd e componente della Commissione Affari Sociali.
"Sono mesi - prosegue - che la Commissione Tecnico-Scientifica (CTS) e il Comitato Prezzi e Rimborso (CPR) stanno esaminando le evidenze scientifiche e le raccomandazioni prodotte dagli organismi internazionali, audendo esperti di salute materno-infantile. Condivido la proposta della senatrice Lorenzin di chiedere un accesso agli atti di CTS e CPR per capire cosa sia accaduto visto che è molto raro che il CdA di Aifa richieda ulteriori approfondimenti. Sarebbe estremamente grave se emergesse il tentativo di minare l'indipendenza degli organi di AIFA che sono terzi, non dipendono dal potere esecutivo e basano le loro decisioni sulle evidenze scientifiche".
"Se il governo ha intenzione di attaccare i diritti delle donne, di limitarli o cancellarli, abbia il coraggio di dirlo chiaramente invece di fare pressioni indebite e coprirsi le spalle dietro le decisioni di organi terzi. Nel parere del CTS c'è scritto molto chiaramente che la contraccezioni non rappresenta un ostacolo alla natalità e che, dunque, va favorita. Concedendo gratuitamente, a chi lo desidera, di prevenire una gravidanza, si previene anche il ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza, un approccio raccomandato anche dai massimi organismi sanitari internazionali come l’Oms. Se il governo vuole ostacolare la contraccezione abbia il coraggio di parlare chiaro e di assumersi la responsabilità politica di una scelta che ci riporta indietro anni", conclude Malavasi.