13 marzo -
Il problema del grasso viscerale non sembra riguardare solo gli adulti italiani. Anche i bambini che non hanno ancora iniziato a leggere e scrivere, dimostrano di avere già colesterolo alto e trigliceridi sballati, con il rischio di manifestare invecchiamento delle arterie prima di diventare maggiorenni, o addirittura di avere un infarto prima dei cinquant'anni. Secondo gli esperti italiani riuniti a Napoli per il 10° Congresso Nazionale della Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC), sono circa 250mila i bambini italiani con eccesso di grassi nel sangue; fra questi, oltre centomila soffrono di iperlipidemie familiari, emergenze scarsamente note e di cui purtroppo si parla poco.
Per riconoscere, trattare e soprattutto prevenire il rischio cardiovascolare negli under 18 è stato appena pubblicato il primo
documento italiano di consenso sulla prevenzione cardiovascolare nei bambini e negli adolescenti.
Gli elevati livelli di grassi nel sangue nei bambini possono dipendere da una predisposizione genetica all'iperlipidemia, ancor più a seguito di uno stile di vita sbagliato. E non necessariamente si associano a sovrappeso od obesità. Il primo consiglio degli esperti è perciò sottoporre i bambini già all’età di due anni a una semplice analisi del sangue per misurare colesterolo totale, colesterolo HDL e trigliceridi. “Sarebbe opportuno che lo facessero tutti, ma è una raccomandazione particolarmente necessaria per i bimbi con genitori a rischio, che hanno i valori dei grassi nel sangue a loro volta alterati o che hanno avuto angina, infarto o altri problemi cardiovascolari”, ha detto
Bruno Trimarco, presidente Siprec. “I bambini sono per lo più in salute, ma per prevedere il rischio bisogna valutare anche la generazione precedente: se i nonni si sono sottoposti a bypass o angioplastica o hanno avuto infarto o un altro evento cardiovascolare serio quando avevano meno di 55 anni, i figli e i nipoti devono essere controllati attentamente.
Perché se è vero che adesso quei bambini sembrano in perfetta salute, bisogna cominciare a controllare i loro livelli di rischio ben presto. “Sappiamo infatti che la tendenza ad accumulare grassi nel sangue è dannosa già nel bambino e nell’adolescente che possono presentare placche fibrose nelle coronarie o nell'aorta con un rischio aumentato una volta adulti di andare incontro a infarti del miocardio ed eventi cardiovascolari in media almeno dieci anni prima rispetto ai loro coetanei”, ha continuato Trimarco. “In questi casi infatti il maggior rischio di guai a cuore e vasi è più alto, più che per i bambini sovrappeso od obesi, che pure hanno una probabilità aumentata di danni cardiovascolari”.
I bambini in cui si sospetta un'iperlipidemia familiare,perché all'esame del sangue il colesterolo totale è superiore a 200 milligrammi per decilitro, possono avere la conferma della diagnosi di malattia familiare attraverso i test genetici; quindi, devono sottoporsi a controlli con le analisi del sangue almeno una volta l'anno (nei piccoli senza alterazioni può bastare un intervallo di 5 anni fra un test e l'altro). Soprattutto, devono essere seguiti per prevenire le conseguenze dell'accumulo di grassi nel sangue, aiutandoli a seguire uno stile di vita sano fin dai primi anni di vita. “Le buone regole di prevenzione che elenchiamo nel nostro documento valgono in realtà per tutti i bambini e i ragazzi”, ha commentato
Ornella Guardamagna, docente di Pediatria all’Università di Torino e coordinatrice del documento. “Fondamentale è che i bambini già da due anni seguano una dieta sana ed equilibrata come quella mediterranea, in cui i grassi totali non superino il 30 per cento delle calorie giornaliere e il colesterolo introdotto non oltrepassi i 200 milligrammi equivalenti a un uovo, un etto di carne o 200 grammi di latte”.
Secondo gli esperti, infatti, oltre l’80% dei bambini in età scolare commette errori nutrizionali sia quantitativi che qualitativi come il saltare spesso la prima colazione, seguire una dieta monotona, distribuire male l’apporto calorico durante la giornata, consumare pasti nutrizionalmente inadeguati, intervallati da numerosi spuntini. “Per questo è necessario che tutti imparino quanto prima come alimentarsi nel modo più corretto”, ha detto Guardamagna. “Altrettanto essenziale il movimento: gli under 14 dovrebbero dedicare come minimo un'ora al giorno all'attività ludico-sportiva, ovvero al gioco all'aperto, a camminate o pedalate in bicicletta. Inoltre, due volte la settimana dovrebbero essere impegnati in attività sportive coordinate e specifiche, per migliorare la flessibilità e favorire lo sviluppo osseo e della massa muscolare”.
Ma non solo.È altrettanto importante accertarsi che il bambino o l'adolescente non stiano mettendo su troppo peso: utile misurare il girovita e assicurarsi che il rapporto fra girovita e altezza non superi 0,5. Oltre questa soglia infatti aumenta il rischio cardiovascolare associato all’obesità addominale, resistenza all'insulina, o aumento della pressione arteriosa. “In realtà la pressione difficilmente è alta nei ragazzini, anche la glicemia è alterata di fatto solo in alcuni bimbi obesi con resistenza all'insulina”, ha ripreso il presidente Siprec. “I bambini sovrappeso od obesi, che in Italia purtroppo sono ormai il 30 per cento del totale, devono essere sottoposti a esami del sangue per controllare la glicemia e le eventuali iperlipidemie; tuttavia la reale esistenza della sindrome metabolica nei giovanissimi è molto discussa e sono anche incerte le conseguenze e i danni vascolari che essa potrebbe avere”. Specificando infine: “Le lesioni da eccesso di colesterolo nel sangue sono invece sicure e potenzialmente pericolose, per questo è importante che i genitori italiani capiscano che le forme familiari di ipercolesterolemia non sono affatto rare e vanno riconosciute quanto prima per la difesa della salute futura: oltre al grasso di troppo che si accumula sul girovita dei figli, dovrebbero dare uno sguardo anche a quello che silenziosamente si ammassa nelle arterie”.