Gli igienisti italiani: “Dieci mosse per combattere l’esitazione vaccinale”
In occasione e nel corso della Settimana Europea delle Vaccinazioni 2022 – che si conclude sabato 30 Aprile - la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) ha deciso di presentare il documento “10 Azioni SItI per affrontare l’esitazione vaccinale in Italia”.
Redatto da alcuni Gruppi di Lavoro della Società Italiana di Igiene, il documento elenca dieci azioni strategiche, con l’obiettivo di tracciare la “roadmap” e definire l’impegno della SItI nel contrastare il preoccupante fenomeno dell’esitazione vaccinale in Italia.
“Il decalogo – afferma il Dr. Antonio Ferro, Presidente della Società Italiana d’Igiene - si muove attorno ad alcuni principi generali, in primis la necessità di misurare il fenomeno dell’esitazione. In Italia manca un sistema di sorveglianza dei determinanti di esitazione e poter indagare in maniera più puntuale il fenomeno dell’esitazione potrebbe certamente aiutare a definirne le criticità. In secondo luogo la centralità della formazione diffusa, interdisciplinare, intersettoriale, non solo incentrata sull’esitazione, ma anche su comunicazione, infodemiologia, coinvolgimento della popolazione. In terzo luogo riconoscere ed attuare, a tutti i livelli, ciò che funziona nel contrastare l’esitazione vaccinale. Infine l’importanza della collaborazione tra società scientifiche e gruppi di ricerca per facilitare l’emergere di un impegno congiunto, condiviso e sinergico nel contrasto del preoccupante fenomeno della ‘vaccine hesitancy’”.
Le “10 azioni SItI per affrontare l’esitazione vaccinale in Italia”:
(1) Istituzione di un Gruppo di Lavoro nazionale sull’esitazione vaccinale
Esattamente come l’OMS ha stabilito di istituire un sottogruppo del SAGE che avesse l’incarico di occuparsi di esitazione vaccinale, si ritiene altrettanto opportuno che oggi, considerato le conseguenze immediatamente negative di esitazione vaccinale associata ai vaccini anti-COVID-19 e il rischio di esitazione vaccinale relativa a tutti i vaccini dei calendari vaccinali, un gruppo di esperti di sanità pubblica, sociologia e comunicazione possa occuparsi, in primis a livello nazionale, delle strategie per il contrasto all’esitazione vaccinale, potendo proporre raccomandazioni e indicazioni per facilitare e promuovere azioni a livello nazionale e locale.
(2) Attivazione di un sistema nazionale di monitoraggio/sorveglianza dell’esitazione vaccinale
Nella definizione di esitazione vaccinale, proposta nel 2015 dal SAGE Working Group on Vaccine Hesitancy, emergono evidenti gli elementi (“ritardo”, “variazione nel tempo”, “variazione nello spazio”) che sottolineano l’importanza dell’approccio epidemiologico al fenomeno: “Per esitazione vaccinale si intende il ritardo nella accettazione o il rifiuto della vaccinazione, nonostante la disponibilità dei servizi vaccinali. È un fenomeno complesso e contesto-specifico, varia nel tempo, da luogo a luogo e da vaccino a vaccino. È influenzata da fattori quali compiacenza, convenienza e fiducia”. Nell’attuale panorama degli strumenti di monitoraggio degli stili di vita in Italia alcuni sistemi di sorveglianza (tra i principali si ricordano “Passi”, “Passi d’Argento”, “Sorveglianza 0-2”) indagano l’accettazione o l’esecuzione di alcune specifiche vaccinazioni, ma nessun sistema nazionale affronta sistematicamente il fenomeno dell’esitazione vaccinale.
Sarebbe importante definire un set di domande specifiche e tali da poter cogliere variazioni temporali nell’andamento del fenomeno dell’esitazione, differenze geografiche e qualsiasi altro elemento possa rilevare criticità e indirizzare l’azione anche in base alla rilevanza e al peso dei determinanti di esitazione che potrebbero mutare nel tempo, nello spazio e da vaccino a vaccino. Il monitoraggio dell'esitazione vaccinale è inoltre propedeutico alla rilevazione di "buone pratiche" che possano essere messe in campo a ogni livello utile, anche a livello operativo da parte dei servizi vaccinali.
(3) Identificazione e diffusione di strumenti utili a misurare e comprendere l’esitazione vaccinale
L’esitazione vaccinale è per definizione un fenomeno complesso, caratterizzato da molteplici determinanti che vanno studiati in maniera sistematica e che richiedono modalità differenziate di analisi. Il monitoraggio di conoscenze, attitudini e comportamenti, ad esempio, non può che coprire alcuni determinanti (principalmente i determinanti individuali) ma non sarà utile per la comprensione della rilevanza di alcuni determinanti di contesto che richiederanno differenti e più complessi metodi di indagine. Affrontare l’esitazione vaccinale nella sua complessità è una sfida e una necessità che richiede sforzi indirizzati e coordinati.
(4) Identificazione, sperimentazione e diffusione di buone pratiche locali e nazionali per contrastare l’esitazione vaccinale
La letteratura scientifica riporta molteplici evidenze su strategie e azioni utili al contrasto dell’esitazione vaccinale. Come per ogni intervento di sanità pubblica, applicato non al singolo paziente ma a intere popolazioni, anche le attività volte al contrasto dell’esitazione vaccinale non danno garanzia di efficacia ed applicabilità su qualsiasi popolazione o sottogruppi di popolazione. E’ quanto mai fondamentale stabilire cosa abbia funzionato, stia funzionando e possa funzionare in Italia, nelle varie regioni italiane, in relazione alla presenza di contesti caratterizzati da determinanti di esitazione vaccinale dal peso differente.
Per tale motivo risulta necessario promuovere il trasferimento delle buone pratiche in ogni contesto utile, favorire la sperimentazione di interventi su campioni di popolazione o specifici setting, al fine di stabilire l’efficacia di interventi eventualmente trasferibili alla popolazione generale.
(5) Formazione diffusa su esitazione vaccinale
La formazione diffusa, interdisciplinare, intersettoriale non può che facilitare la crescita di una cultura diffusa e la migliore comprensione di fenomeni complessi. L’argomento “Esitazione vaccinale” necessita specifici sforzi formativi finalizzati a disseminare conoscenze sugli strumenti di misurazione e sulle azioni efficaci per affrontare l’esitazione.
(6) Formazione su Risk communication, Community engagement ed Infodemiologia
Gli argomenti “Infodemia”, “Comunicazione del rischio” e “Coinvolgimento della comunità (community engagement) dovrebbero trovare sempre più spazio nel panorama nazionale delle attività formative, in coerenza con la rilevanza dei fenomeni (Infodemia) e degli strumenti (Comunicazione del Rischio e Community Engagement). A questo proposito è rilevante porre enfasi sugli sforzi operati dalla stessa OMS per formare operatori nel campo della cosiddetta “infodemiologia” e facilitare la diffusione nazionale del sapere “infodemiologico”.
(7) Programmazione dell’inserimento di interventi efficaci per contrastare l’esitazione vaccinale all’interno degli strumenti di pianificazione sanitaria
Al fine di garantire un’uniforme applicazione degli interventi per contrastare l’esitazione vaccinale in tutta Italia risulta necessario proporre una modifica degli strumenti di pianificazione sanitaria che prevedano tale attività. Inoltre al fine di rendere l’applicazione di tali interventi misurabile si proporrà la costruzione degli appositi indicatori di processo e di efficacia.
(8) Promozione della nascita e della crescita di una comunità di pratica e di ricerca nel campo dell’esitazione vaccinale
Molti gruppi di ricerca stanno lavorando in Italia sull’esitazione vaccinale ma si pone in evidenza l’assenza di una vera e propria comunità di pratica che, al contrario, dovrebbe essere costituita da tutti i gruppi di ricerca interessati agli argomenti di esitazione vaccinale, al fine di facilitare coordinamento, collaborazioni, sinergie.
(9) Collaborazioni tra Società Scientifiche
Le Società Scientifiche italiane, tra cui la SItI (Epidemiologia e Sanità Pubblica) e le rappresentanze scientifiche di Scienze matematiche, Digital Health, Scienze sociali e comportamentali, Comunicazione e Giornalismo, Marketing dovrebbero poter collaborare attraverso protocolli d’intesa, documenti di consenso, linee guida condivise, al fine di misurare e contrastare l’esitazione vaccinale in maniera più efficace nel rispetto della complessità e della necessità di un approccio interdisciplinare.
(10) Promuovere il sapere proveniente dalle Scienze comportamentali
Le conoscenze provenienti dalla branca delle Scienze comportamentali sono utili a identificare buone pratiche per promuovere i driver dell’accettazione vaccinale e in particolare: un contesto favorevole (qualità dell’esperienza, tempo dedicato, costi, vantaggi personali); le influenze sociali (vaccino come norma sociale; formazione del personale sanitario; comunicazione presuntiva; opinion leader e influencer); la motivazione (benefici sociali della vaccinazione, benefici economici, benefici familiari, etc). Risulta quindi necessaria la diffusione di conoscenze sull’utilizzo dei differenti modelli comportamentali nei diversi setting di popolazione.