18 luglio -
La spesa farmaceutica pubblica regionale erogata in regime di assistenza convenzionata vale 7.781 milioni di euro, a fronte di 576 milioni di ricette emesse e 1,1 miliardi di confezioni di farmaci dispensati.
Consumi e spesa di farmaci di classe A-Ssn in regime di assistenza convenzionata
Per quanto concerne il consumo di farmaci in regime di assistenza convenzionata, la Regione che evidenzia i livelli più elevati è l’Umbria (1.098,2 DDD/1.000 abitanti die), seguita dalla Campania (1.083,4 DDD/1.000 abitanti die) e dalla Puglia (1.075,5 DDD/1.000 abitanti die). Con il valore di consumi più basso si conferma la Provincia Autonoma di Bolzano (721,4 DDD/1.000 abitanti die), seguita dalla Valle d’Aosta (818,5 DDD/1.000 abitanti die) e dalla Liguria (858,2 DDD/1.000 abitanti die).
In termini di spesa lorda pro capite per i farmaci di classe A-Ssn, la Regione con il valore più elevato è la Campania (201,22 euro), seguita da Abruzzo (192,01 euro) e Calabria (190,72 euro), mentre i valori più bassi si registrano nella P.A. di Bolzano (120,08 euro), in Emilia Romagna (127,24 euro) e in Valle d’Aosta (136,35 euro). Differenze, evidenzia il rapporto Osmed, imputabili anche al diverso ricorso nelle Regioni alla distribuzione diretta e per conto.
La spesa convenzionata nel 2018 ha fatto registrare, a livello nazionale, una riduzione del -3,4%, essenzialmente determinata da una diminuzione dei prezzi del -4,6% (in prevalenza collegata alle scadenze brevettuali in corso d’anno), in parte controbilanciata da un lieve spostamento dei consumi verso prodotti a maggior prezzo (effetto mix +0,3%). I consumi in termini di DDD rimangono pressoché stabili a livello nazionale.
La variazione dei prezzi. Rispetto a questi riferimenti medi nazionali, la variabilità regionale risulta molto ampia: la variazione dei prezzi rispetto all’anno precedente oscilla tra il 3,7% della Sicilia e il -5,9% della Sardegna; l’effetto mix varia tra il -1,8% dell’Abruzzo e il +3% della Lombardia. La variazione dei consumi oscilla tra il -1% della Puglia e il +2,2% della Campania.
Composizione della spesa farmaceutica pubblica e privata
La spesa erogata dalle Regioni in regime di assistenza convenzionata incide per il 35,1% della spesa totale a livello nazionale. Rispetto a questa percentuale, l’Italia appare divisa in due: quasi tutte le Regioni del Nord, ad eccezione della Lombardia, mostrano incidenze inferiori alla media nazionale, mentre le Regioni del Centro e del Sud, comprese le isole, registrano valori superiori, tranne la Toscana. Relativamente alla spesa privata sostenuta direttamente dal cittadino, le Regioni in cui l’incidenza della spesa è maggiore rispetto alla media nazionale sono principalmente quelle del Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Veneto), mentre l’incidenza è minore nelle Regioni del Sud, a eccezione del Molise. La spesa sostenuta per l’acquisto di medicinali da parte delle strutture sanitarie pubbliche incide per il 41,4% della spesa totale a livello nazionale, con il valore massimo del 49,3% in Umbria e il valore minimo del 29,2% nella Valle d’Aosta; tali differenze sono spiegabili anche dal diverso impiego delle distribuzioni alternative dei medicinali, quali la distribuzione diretta e per conto.
Ad un’analisi della relazione tra spesa e consumi erogati in regime di assistenza convenzionata, la Lombardia è la Regione che consuma mediamente di meno, spendendo mediamente di più. Nello specifico dei medicinali acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, la Puglia è la Regione in cui le strutture sanitarie pubbliche hanno acquistato dosi di medicinali in quantità mediamente inferiori rispetto alla media nazionale, con una spesa pro capite mediamente più elevata, mentre all’estremo opposto troviamo il Veneto.