25 giugno -
“Le nuove linee guida Oms sull’auto-cura sono un intervento giusto e opportuno, ma rischiano di rivelarsi poco efficaci se contemporaneamente non si attuano politiche di intervento concrete, anche, a sostegno dei professionisti sanitari, in particolare delle ostetriche dato che la prima area di intervento è proprio la salute sessuale e riproduttiva delle donne”.
Commentano così le componenti del
Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica l’avvio del “Primo mese dell’auto – cura” lanciato dall’Oms.
“Non è pensabile, infatti, che la quota di popolazione a cui è destinata l’iniziativa Oms, ovvero quella marginalizzata e appartenente alle fasce economiche più deboli di aree geografiche depresse, possa essere consapevole da sola dei propri bisogni e quindi in grado di attivarsi per accedere ai kit di cure proposti – continuano i vertici nazionali – . Solo l’intervento della Professionista ostetrica può essere garante di sicurezza e appropriatezza delle cure.
Per tale motivo esortiamo l’Oms e tutti i Governi a guardare con estrema attenzione proprio alla carenza di operatori sanitari che si avrà entro il 2035 e che è stata stimata in circa 13 milioni, in un quadro globale che secondo l'Oms vedrà circa una persona su 5 della popolazione mondiale vivere in contesti che già oggi si trovano in crisi umanitarie. Per affrontare tale situazione occorrono maggiori fondi e finanziamenti da parte dei governi, affinché alla formazione universitaria ostetrica possa accedere un maggior numero di studenti, inoltre assicurare, una volta ultimato il percorso di studi, l’accesso al mondo del lavoro con retribuzioni congrue e adeguata al livello di responsabilità e un carico di lavoro adeguato affinché sia garantita la sicurezza di donne e bambini e delle stesse ostetriche”.
“Lo scenario futuro – sottolinea, inoltre, la presidente Fnopo
Maria Vicario – è quella di un mondo in cui la popolazione femminile avrà sempre più bisogno di assistenza: da contro una sempre maggiore riduzione delle risorse cui vanno incontro molte aree del mondo già oggi svantaggiate, e dall’altra per coloro che vivono nei Paesi cosiddetti ricchi, nei quali la popolazione tende a essere più anziana e dove le donne vivono più a lungo ma con una salute sempre più cronicizzata.
Non va dimenticato anche un altro dato significativo, ovvero, che l’attuale crisi economica rende più fragili un numero sempre maggiore di fase della popolazione.
Puntare alla protezione, promozione e tutela della salute della donna è da sempre la mission della professione ostetrica – aggiunge ancora la presidente Vicario – e avere donne in salute significa garantire la salute dei suoi figli, della famiglia e della comunità”.
Le ostetriche, concludono i vertici nazionali della Categoria, rappresentano, in tutto il mondo, un baluardo “in difesa dei diritti delle donne” e per la tutela della loro salute, come recita lo slogan della Giornata dell’Ostetrica 2019, e come tali sono figure professionali da sostenere e tutelare”.