18 luglio -
Sono giunti alla vigilia dell’apertura dello IAS 2011 i risultati di uno studio di fase II della durata di 240 settimane (4 anni e mezzo) che ha confrontato raltegravir con efavirenz, entrambi in regime combinato con tenofovir/lamivudine, in 198 pazienti naive adulti affetti da Hiv-1. Il primo, un inibitore dell’integrasi, ha dimostrato un’efficacia simile al secondo (un inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa) nel ridurre la carica virale e nell’aumentare la conta dei CD4. Ciò, a dispetto di una minore quantità di eventi avversi e un minor impatto sul colesterolo Ldl e sui trigliceridi.In questo studio di fase II, raltegravir ha dimostrato efficacia e tollerabilità comparabile a efavirenz a 240 settime nel trattamento dei pazienti adulti naive con Hiv-1”, ha commentato il primo firmatario dello studio, Eduardo Gotuzzo, docente di Malattie infettive e tropicali alla Universidad Peruana Cayetano Heredia, di Lima, in Perù. “Dal momento che i medici prendono in considerazione diversi fattori quando selezionano la terapia antiretrovirale per questi pazienti, i risultati evidenziati da questo studio che mostrano un modesto impatto sull’Ldl e sui trigliceridi rappresentano un importante elemento di cui tenere conto”.
Raltegravir rappresenta al momento l’unico inibitore dell’integrasi disponibile sul mercato. Ha ricevuto un’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio dalla Commissione europea nel dicembre 2007. Autorizzazione condizionata, mutata in autorizzazione normale all’immissione in commercio nel luglio 2009.