Il Consiglio regionale della Sardegna ha dato il via libera al Collegato alla manovra finanziaria della Regione. Una discussione sofferta, protratta dall’assemblea legislativa in questo mese di settembre, dopo la pausa estiva. Diverse le misure significative approvate in materia sanitaria.
Tra le novità più rilevanti, spicca quella discussa dall’Aula nella mattinata del 12 settembre, dedicata al reclutamento del personale delle aziende sanitarie. Si tratta di una modifica sulla legge regionale n. 24/2020 condivisa da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione che rende più ‘equilibrato’, si potrebbe dire, il ruolo dell’Azienda regionale per la Salute (Ares) nella gestione delle procedure di selezione e concorso del personale del SSR, che le era stata affidata in maniera centralizzata. Attraverso il collegato alla manovra finanziaria approvato ieri in tarda serata, è stato legiferato che anche le Asl, in modo autonomo, possano espletare le selezioni a tempo determinato in attesa dei concorsi. Ma vediamo di approfondire meglio.
Quotidiano Sanità ha sentito su questo punto il vice presidente della commissione Salute,
Daniele Cocco (Alleanza Rosso-verde), che ha spiegato: “Martedì è stata presentata in Aula l’iniziativa di un emendamento da me redatto, che avevamo già approvato in commissione Salute, che prevedeva che le Aziende socio-sanitarie potessero autonomamente, anche senza delega dell’Ares, indire e gestire le procedure di selezione del personale. Un emendamento finalizzato a modificare la legge n. 24/2020 che, in modo del tutto centralizzato, affida alla sola Ares la ‘gestione delle procedure di selezione e concorso del personale del SSR sulla base delle esigenze rappresentate dalle singole aziende’; così come, la legge succitata, consente ad Ares di delegare alle aziende sanitarie, sole o aggregate, le procedure concorsuali per l'assunzione di personale dotato di elevata specificità”.
“Successivamente alla discussione sul punto succitato – prosegue il consigliere -, abbiamo raggiunto, in condivisione con l’assessore regionale alla Sanità e le altre forze di maggioranza ed opposizione, un accordo, una via di mezzo si può dire, che prevede che obbligatoriamente Ares debba consentire i concorsi sulla base delle esigenze delle diverse aziende rispetto agli indici di sofferenza, i cui parametri sono riferiti alla carenza di personale. Ovvero le Asl, i territori, i presidi sanitari che avranno indici di sofferenza più alti, avranno priorità rispetto alle assunzioni. Gli indici di sofferenza vanno da 100 a 80 (meno grave), da 80 a 50 (grave), da 50 a zero (gravissimo). Inoltre, le Asl potranno gestire in autonomia le assunzioni per le sostituzioni, i posti vacanti, per il tempo determinato”.
Soddisfatto della condivisione raggiunta in Aula sulla questione anche il Capogruppo PD
Gianfranco Ganau: “La modifica approvata martedì in consiglio introduce un criterio di criticità nella valutazione degli organici delle singole asl. Con valori tra 100 e 80% degli organici in servizio, non viene considerata criticità, tra 80 e 50 criticità media, sotto i 50 criticità grave. La norma prevede che siano attivati prioritariamente i concorsi nelle asl con maggiore criticità. Si tratta di uno strumento teso a contrastare l'accentramento dei professionisti nei poli maggiori (Sassari e Cagliari) a scapito di quelli minori e garantire una efficienza adeguata dell'assistenza sui diversi territori”.
Sentito anche il Capogruppo dei Progressivi, Francesco Agus, per il quale “La realtà è una e una sola: la riforma e in particolare il ruolo affidato ad Ares ha avuto un pessimo effetto sulla sanità sarda. Tanto che oggi la stessa maggioranza lavora per ridurre il ruolo di Ares rispetto a quello delle Asl in maniera diametralmente opposta rispetto a quanto approvato nella riforma. Quanto approvato in Aula due giorni fa invece è solo un palliativo che non avrà alcun effetto sulla carenza di personale delle province più periferiche. I problemi che “svuotano” gli ospedali di professionalità sono legati alla disorganizzazione, all’adeguatezza e alla sicurezza di quelle strutture. Si tratta di aspetti che non si possono decidere per legge ma che richiederebbero un governo regionale serio, cosa che oggi manca”.
Nella tarda serata sempre di ieri la Regione e l’assessore Carlo Doria, attraverso due note distinte, annunciando l’approvazione al Collegato alla manovra finanziaria 2023, citano alcune delle altre importanti misure in materia sanitaria introdotte con esso. Quali “l’aumento delle tariffe delle prestazioni aggiuntive fino a 100 euro per la dirigenza sanitaria e fino a 60 euro per il comparto, da utilizzare prioritariamente per lo smaltimento delle liste d’attesa; la costituzione di un fondo con una dotazione massima di 5 milioni di euro l’anno per corrispondere ai medici e al personale del comparto un’indennità che dovrà essere definita in sede di contrattazione collettiva allo scopo di sostenere l’operatività degli ospedali situati in sedi disagiate e con un’elevata carenza sotto il profilo assistenziale”.
In merito alla misura che riguarda i medici di famiglia l’assessore sottolinea: “A marzo, a pochi mesi dall’inizio del mio incarico come assessore, ho incontrato i medici di medicina generale a Tramatza nell’ambito di un grande confronto molto partecipato e con loro ho preso degli impegni precisi. Con l’approvazione del Collegato abbiamo destinato integralmente i 20 milioni di euro per il 2024 e altrettante risorse per il 2025, stanziati nell’ultima Finanziaria, alla copertura del nuovo Accordo integrativo regionale (Air), in cui troveranno risposta molte delle richieste avanzate dai medici e dunque l’attuazione degli istituti dell’Accordo collettivo nazionale (Acn) attualmente in vigore, inoltre abbiamo redistribuito risorse per 3 milioni di euro sui progetti di assistenza territoriale (Ascot) sulla base delle esigenze espresse dalle Asl. L’obiettivo è quello di rafforzare le cure sul territorio, migliorando le condizioni di lavoro dei medici”.
Ancora, cade l’obbligo di certificazione medica previsto per il rientro a scuola degli studenti: “Un provvedimento già adottato da tempo in altre regioni, che accoglie le richieste dei medici e punta a una semplificazione oggi sempre più necessaria” – spiega il professore.
Si apprende inoltre che la Regione ha “autorizzato la spesa di 6 milioni di euro per la stipula di accordi con altri Paesi, destinati alle aziende sanitarie dell’Isola, per il reclutamento di medici stranieri, analogamente a quanto avvenuto in altre regioni; per il trasporto dei dializzati dal domicilio ai centri di cura è stata invece autorizzata la spesa di 2 milioni di euro. Per l’emodialisi, è stato destinato un ulteriore milione di euro ad Ares per l’acquisto di prestazioni da erogare ai cittadini residenti e non residenti (come, ad esempio, la dialisi in vacanza) e, per il potenziamento della rete dell’emergenza urgenza, sono stati destinati altri 18,5 milioni di euro: 3,7 milioni per il 2023, 7,4 milioni per ciascun anno per il 2024 e 2025”.
“Per la formazione dei medici sono stati resi disponibili 3,7 milioni di euro per il finanziamento dei ruoli docenti per l’attivazione della scuola di specializzazione di Pediatria all’Università di Sassari (che andrebbe ad aggiungersi a quella già presente a Cagliari) e, sempre nell’ateneo turritano, per la scuola di specializzazione in Chirurgia pediatrica (la prima in Sardegna). Via libera anche alla misura che mette in campo poco più di un milione di euro da ripartire tra le Università di Cagliari e Sassari per la realizzazione di master di primo livello per la formazione degli infermieri di Comunità. E’ stato potenziato, infine, anche l’impianto degli screening prenatali nell’Isola con una disposizione che intercetta l’esigenza di garantire alle donne in gravidanza l’accesso gratuito a test prenatali (NIPT, oggi disponibili solo privatamente)”.
Elisabetta Caredda