La mancanza di medici di famiglia? “Una percezione che non è data dal numero ma dall’organizzazione”. Il ragionamento: “Lavorano per un numero di ore profondamente diverso rispetto alle ore di chi lavora all’interno delle strutture ospedaliere e sanitarie. Questo ovviamente è quello che crea la percezione di carenza”. Parole dell’assessore regionale alla Sanità L
etizia Moratti che su «Bergamo tv» nel corso della visita all’ospedale papa Giovanni XXIII di Bergamo attacca i medici di famiglia.
Ma i camici bianchi della Fimmg non ci stanno e in una
lettera inviata all’assessore a firma del segretario regionale
Paola Pedrini replicano: Le esternazioni di questi giorni dell’Assessore alla Salute pro tempore di Regione Lombardia, Dr.ssa Moratti (sostanzialmente viene sostenuta la scarsa efficacia della rete dei medici di famiglia nel sistema sanitario regionale) ci provocano stupore, preoccupazione e tanta amarezza”.
“Certo – riconosce la Fimmg - , siamo profondamente convinti che il sistema delle cure primarie vada rivisto, ma ci spaventa il fatto che chi vuole metterci mano non lo conosca, non consideri nemmeno i dati e i numeri e creda di risolvere, con una ricetta (pubblico impiego? dipendenza da accreditati?), problemi complessi che andrebbero analizzati e condivisi, non affrontati con decisioni frutto di vecchie impostazioni ideologiche, che dimostrano solo scarsa conoscenza e incapacità di affrontare i problemi. Amarezza dunque, ma non l’amarezza per il nostro futuro professionale, per il disconoscimento del nostro lavoro, no, l’amarezza per i nostri pazienti, il cui futuro, con queste premesse, è ben più preoccupante”.
E infine i medici invitano la Moratti ad andare nei loro studi. “Comunque noi ci siamo e continueremo ad esserci, medici di famiglia, della persona, scelti dal cittadino cui deve essere permessa la libertà di scelta. Le porte dei nostri studi sono aperte per accoglierla e farle toccare con mano, senza tanti proclami ma con i fatti, il quotidiano impegno del nostro lavoro”.