Il Consiglio dei Ministri dello scorso 29 settembre, su proposta del Ministro per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini, ha esaminato diciannove leggi delle Regioni e delle Province Autonome e ha deliberato di impugnare: la legge della Regione Puglia n. 28 del 06/08/2021 “Istituzione del Servizio di analisi genomica avanzata con sequenziamento della regione codificante individuale”, in quanto talune disposizioni si pongono in contrasto con la normativa statale in materia di salute, violando l’articolo 117, comma 2, lettera m), e comma 3 della Costituzione. In particolare, il Governo contesta la compenetra esclusiva dello Stato nella determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.
Una decisione, quella del Governo, che ha visto la netta opposizione di Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio della Regione Puglia e primo firmatario della legge. “Ho chiesto al Presidente
Mario Draghi e ai ministri di rivedere la scelta di impugnare la legge regionale sul sequenziamento dell’esoma, quella tecnica che consente attraverso l’analisi dell’1 per cento di DNA di individuare l’85 per cento delle malattie rare. Il rischio concreto, che si sta già verificando, è l’empasse sul fronte della diagnostica altamente tecnologica per curare molte persone”, spiega in una nota riferendo di avere inviato una lettera inviata a Palazzo Chigi e a tutti i Ministeri.
Per Amati “non si tratta solo di impedire un ulteriore passo indietro sul fronte della genomica, e già solo questo sarebbe motivo sufficiente per cambiare rotta, ma di evitare che si blocchino tutte le prescrizioni in corso. Stiamo parlando di vita umana e di malattie rare. I tecnici del Ministero della Sanità che hanno proposto l’impugnazione della norma sostengono che quella legge violi la Costituzione in tema competenza esclusiva dello Stato. Hanno ritenuto cioè che quel tipo di attività diagnostica non sia inserita nei Livelli essenziali di assistenza. E invece in quel librone che è l’allegato 4 del Dpcm 12 gennaio 2017, con i codici da G1.01 a G1.47 sono elencate, quali Lea appunto, le diverse Analisi mutazionali di malattie che necessitano di esaminare i geni per la diagnosi”.
Nella lettera al Presidente Draghi, al Sottosegretario alla Presidenza e a tutti i Ministri, Amati evidenzia “la gravità della situazione che si verrà a creare nell’attesa che questa impugnazione venga poi definita davanti alla Corte Costituzionale. Significherà bloccare una diagnostica fondamentale nell’individuazione e quindi nella cura immediata e più efficace per tantissime malattie rare. Non possiamo permettere ancora che la burocrazia sia un ostacolo per la ricerca sul fronte della medicina. E’ già accaduto in passato e ha provocato vere e proprie tragedie”.
“Il paradosso che ho riportato nella lettera - riferisce ancora Amati - è che i nostri uffici hanno segnalato tutto questo agli uffici del Ministero della Sanità, quando sono arrivate le prime osservazioni che lasciavano presagire quello che poi si è verificato. Ma le nostre note, pur puntuali, non sono state prese in considerazione nella scelta di impugnare. E questo è un altro aspetto critico sul fronte della leale collaborazione tra Stato e regioni. E’ una battaglia, questa, di fronte alla quale non intendo fermarmi, perché farlo equivarrebbe a ignorare i benefici di salute derivanti dalla metodica e a porsi di traverso sulla strada dell’innovazione”, conclude il consigliere pugliese.