Definito dalla Giunta regionale il regolamento riguardante la seconda fase del
Piano di rientro con la prevista contrazione dei posti letto ospedalieri. Non vi sono state grandi sorprese rispetto alle indicazioni ministeriali ed alle linee guida determinate dai tecnici regionali. Nel complesso, solo la provincia di Taranto ha visto aumentati, anche se in modo contenuto, i posti letto, soprattutto per quel che riguarda oncologia e pneumologia. Per i punti nascita, l'asticella è stata fissata a 500 parti l’anno. Uniche eccezioni Scorrano, leggermente sotto questa cifra e Canosa, che chiude malgrado ben al di sopra dei 500 parti.
“Abbiamo cercato di mettere in equilibrio il sistema cercando di salvaguardare il diritto alla salute. Nelle prossime ore possiamo stabilire le piante organiche e far partire i concorsi per assumere medici e infermieri”. È stato questo il commento del presidente della Regione,
Nichi Vendola al termine della Giunta regionale. “L’obiettivo che ci era imposto era quello di tagliare 2400 posti letto, di fare cioè una cura dimagrante impressionante – ha aggiunto il governatore - noi abbiamo fatto in un anno quello che la regione Toscana ha fatto in dieci anni dal punto di vista della chiusura di piccoli ospedali”.
Proprio su questo punto Vendola ha voluto precisare come le chiusure possano diventare “drammatiche” se non vengono accompagnate da contestuali aperture. ”Si può chiudere un ospedale se è un bidone vuoto, ma bisogna sostituirlo con una rete di servizi assistenziali ed è quello che noi faremo”, ha detto il presidente.
Entrando poi nello specifico, Vendola ha sottolineato che “l’asticella per la determinazione della chiusura degli ospedali è stata spostata in giù, dai 100 posti letto ai 70 posti letto” aggiungendo però che “non è giusto e appropriato parlare di chiusura, bensì occorre parlare di riconversione”.
“Con l’approvazione di questa delibera - ha concluso l’assessore alla Sanità,
Ettore Attolini - si chiude la parte ‘regressiva’ del Piano di Rientro. Arriva ora quella del rilancio della medicina territoriale, delle risposte concrete al bisogno di salute della gente”.